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L'ossessione del multitasking: dalle sfide alle leggi della fisica per far stare 48 ore in una giornata, ai rischi di una vita a orologeria. Essere iper-produttivi è sempre un bene?

C'era una volta, un mondo lontano lontano, in cui l’oziare – anche se oggi diremmo chillare - era considerato un lusso riservato ai ricchi e agli aristocratici. Oggi, invece, sembra che l'agenda piena sia diventata la nuova frontiera del successo. Da super-impegnati a iper-produttivi, il nostro valore sembra dipendere direttamente dal numero di impegni che riusciamo a stipare in una giornata. Tra una sessione di yoga all’alba e una di studio matto fino a tarda notte, ci si chiede: è salutare pianificare ogni minuto della nostra vita e correre dietro a un'infinita lista di cose da fare? Forse è il caso di fermarsi un attimo – nel vero senso della parola. Mettiamo in discussione le priorità e vediamo quanto è importante concedersi un po' di "dolce far niente" per far bene a noi stessi.

quote

Fare di meno non significa essere pigri. Non cedere a una cultura che valorizza il sacrificio personale rispetto alla produttività personale

Tim Ferris, scrittore e imprenditore americano

Chi fa più cose vince? La follia dell'iper-produttività

L'iper-produttività si è affermata come un ideale da raggiungere in una società in cui sembra che il nostro valore sia direttamente proporzionale al numero di impegni che riusciamo a gestire. Ma perché ci sentiamo così in dovere di caricarci di mansioni su mansioni, spesso fino all'esaurimento? La risposta potrebbe essere il timore di apparire inutili o meno competenti agli occhi degli altri, ma anche un desiderio di autoaffermazione e successo.

A chi non è mai capitato sotto tiro uno di quei video motivazionali in cui la tipica ragazza healthy si sveglia alle 4 del mattino per manifestare e fare journaling?  

I social network giocano un ruolo fondamentale nel rafforzare l'immagine dell’essere iper-produttivi come un vero status symbol. Scrollando i feed, ci imbattiamo in innumerevoli post e TikTok di persone che sembrano gestire con maestria carriere, hobby, allenamenti e vita sociale, tutto in un'unica giornata. “Ma come fanno?” ci chiediamo. E pochi minuti dopo stiamo impostando la sveglia per l’indomani con la mente piena di buoni propositi.

Questa esposizione continua a modelli di "successo" può generare ansia e frustrazione, spingendoci a cercare di emulare quello che vediamo online, senza considerare che queste rappresentazioni sono spesso idealizzate e filtrate attraverso la lente dei social.

Quando il tempo perso è tempo guadagnato

Essere costantemente sul pezzo in ogni ambito della vita, ci fa sentire validi e capaci, ma nasconde un lato oscuro, frutto di una società tossica dominata dalla hustle culture e dall’ossessione di piacere a tutti.

Stiamo viaggiando alla velocità della luce e oggi l'idea di "perdere tempo" ci terrorizza. Ci aggrappiamo all'efficienza e cerchiamo di ottimizzare ogni momento della nostra giornata, dal lavoro allo studio, fino ai momenti di svago. Ormai anche lo stare sul divano a guardare Netflix è spesso vissuto con senso di colpa, come se fossimo dei nullafacenti.

Questa mentalità nasce dalla convinzione che il tempo perso sia sinonimo di fallimento e di mancato guadagno, sia economico che personale. Ma forse è il momento di stravolgere questo concetto e iniziare ad essere più realisti. 

pianificare ogni minuto della giornata

Dall’efficienza all'autodistruzione: il prezzo dell'iper-occupazione

Quindi, in un mondo in cui il tempo sembra essere sempre insufficiente, il multitasking si è imposto come un mantra per chi aspira a diventare un supereroe della produttività.

Questa FOMO per l'iper-occupazione e la programmazione può essere dannosa per la nostra salute mentale e il nostro benessere. Passare da un'attività all'altra rende la mente più lenta e meno efficiente e causa un aumento dello stress e una diminuzione della qualità delle attività svolte.

Il rischio è di finire con l'essere sempre meno presenti nella nostra vita personale, compromettendo le relazioni con amici, familiari e partner. Insomma, potremmo diventare dei veri e propri robot, efficienti sì, ma privi di quell'umanità che ci rende davvero speciali.

Diventa fondamentale riflettere sulle motivazioni reali che stanno dietro questa ossessione e riconoscere che l'autostima non dovrebbe dipendere esclusivamente dalle nostre performance quotidiane. Imparare a valutare il proprio valore al di fuori di un'agenda piena dalla mattina alla sera è un passo fondamentale verso un approccio più equilibrato e sano alla vita. Perché alla fine, il tempo sarà pure poco, ma You Only Live Once.

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