Condividi articolo:

Il ritmo esponenziale dello sviluppo tecnologico, in particolare in materia di intelligenza artificiale, stimola da anni il dibattito tra scienziati, filosofi e futurologi. E c’è chi ha già individuato il momento storico in cui il passo delle macchine supererà quello dell’uomo…

Parafrasando una classica espressione, si può senza dubbio dire che la tecnologia non è più quella di una volta. Anzi, la diffusione su larga scala dei primi modelli di intelligenza artificiale, e la loro applicazione a vari ambiti della sfera lavorativa e personale, sta imprimendo un’evidente accelerazione allo sviluppo tecnologico. 
Come si inserisce in questo quadro il concetto di singolarità tecnologica? Tra immaginazione e critiche, scopriamo perché ha acceso i riflettori sull’anno 2045.
 

Singolarità... cosa? Facciamo chiarezza

La singolarità tecnologica si riferisce a un punto ipotetico nel futuro in cui il progresso tecnologico diventa così rapido e profondo che cambia irrevocabilmente la condizione umana. A questo punto, le intelligenze artificiali (IA) non solo eguagliano l'intelligenza umana ma la superano, portando a un balzo nello sviluppo della tecnologia tale da lasciarsi alle spalle l’umanità
Il dibattito intorno a questo concetto ha avuto il via dalle parole dello scienziato, guru del Web e inventore Ray Kurzweil.

quote

Il 2045 segnerà il passaggio dall’intelligenza biologica che conosciamo oggi ad una combinazione di intelligenza biologica e artificiale.

Ray Kurweil, “The singularity is near”

Perché proprio il 2045?

Ray Kurzweil, in un intervento alla SXSW Conference in Texas, ha scioccato i presenti prevedendo che la singolarità tecnologica potrebbe concretizzarsi già intorno al 2045. Questa data si basa su una serie di osservazioni e modelli matematici riguardanti la crescita esponenziale della tecnologia, in particolare nel campo dell'IA. Kurzweil sostiene che seguendo la Legge di Moore — che osserva che la potenza di calcolo raddoppia circa ogni due anni — raggiungeremo un punto in cui le IA saranno in grado di migliorarsi autonomamente senza intervento umano.

I potenziali benefici

L'avvento della singolarità potrebbe portare a benefici incredibili per l'umanità. L’intelligenza artificiale applicata alla medicina sarebbe perciò in grado di scoprire terapie per malattie oggi incurabili, o di sviluppare trattamenti altamente personalizzati basati sul genoma di ogni individuo. In ambito lavorativo la produttività potrebbe raggiungere picchi fino ad oggi impensabili, riducendo la necessità di lavoro umano in molti settori e consentendo alle persone di dedicarsi a attività più appaganti, ma soprattutto di riservare il giusto tempo al proprio benessere personale.

Inoltre, le IA avanzate potrebbero elaborare modelli e approcci in grado di risolvere problemi globali complessi come il cambiamento climatico, la scarsità di risorse e la povertà. C’è chi già immagina un mondo in cui le energie rinnovabili sono ottimizzate e distribuite globalmente, dove la fame è eliminata grazie a innovazioni nella produzione alimentare e dove l'istruzione è accessibile a tutti grazie a tutor IA.

Rischi e critiche = Etica e regolamentazione

Tuttavia, la singolarità porta con sé anche significativi rischi e preoccupazioni etiche. Uno dei timori principali è la possibilità che le IA super-intelligenti possano diventare incontrollabili, prendendo decisioni che potrebbero non allinearsi con i migliori interessi dell'umanità. 

Questi e altri temi sono già da qualche tempo all’esame di governi e organismi sovranazionali, con l’obiettivo di sviluppare un quadro etico e regolamentare per l'intelligenza artificiale. Ciò include la ricerca su come programmare IA con valori umani e garantire che le decisioni prese dalle macchine siano trasparenti e comprensibili. Inoltre, la cooperazione internazionale sarà fattore chiave per stabilire norme e standard globali che promuovano l'uso pacifico e benefico dell'IA.

Uomo e tecnologia

Un futuro tutto da scrivere, lo faremo a quattro mani con l’AI?

Anche se ChatGPT è già entrato nella quotidianità di molti di noi, gli scenari futuri appena raccontati delineano una simbiosi tra uomo e macchina che fatichiamo ancora a concepire. Come si trasformeranno le interazioni tra umani e dispositivi? Avremo un’AI per amica?

Di certo il mondo non può permettersi di nascondere la testa sotto la sabbia di fronte a questi temi: solo attraverso una preparazione adeguata e un dibattito pubblico informato possiamo sperare di guidare lo sviluppo dell'IA verso forme benefiche per l'umanità.

L'anno 2045 si avvicina rapidamente, e con esso la possibilità di una trasformazione senza precedenti nella storia umana. Siamo pronti a cogliere questa opportunità e a gestire le sfide che essa comporta? Solo il tempo lo dirà.

Suggeriti per te