Psico-pillole a portata di social. Sicuro facciano bene a tutti?
di Redazione 20 Settembre 2023 •
di Redazione 20 Settembre 2023 •
Nell'era dei social media, la psicologia si è trasformata in un cocktail di meme ironici, tra video di esperti e divulgatori e pillole di saggezza lunghe 15 secondi. Soprattutto per la Gen Z, i temi della salute mentale non sono più un tabù, piuttosto argomenti da condividere e discutere apertamente. Ma se da un lato c'è un indubbio beneficio nel dare visibilità a queste tematiche, dall'altro sorgono alcuni rischi: cosa succede quando la complessità della psicologia viene ridotta a un post su Instagram o un video virale su TikTok?
Scrollando il feed di Instagram o TikTok, potresti imbatterti in un nuovo tipo di influencer: lo psicoterapeuta. Sì, hai capito bene. Non parliamo di esperti di fitness o beauty guru, ma di professionisti della salute mentale che utilizzano i social media per condividere consigli e informazioni. Si tratta di un trend in rapida crescita, soprattutto tra la Gen Z, con una marea di contenuti che affrontano temi come ansia, depressione, disturbi alimentari e molto altro.
Questi profili dedicati al benessere mentale sono diventati vere e proprie celebrità. Perlopiù cercano di sfatare i miti sulla salute mentale, normalizzare la discussione su questi temi e raggiungere chi potrebbe aver bisogno di aiuto (ma ancora non lo sa).
Ma se da un lato questo fenomeno sta contribuendo a creare consapevolezza e a ridurre lo stigma attorno alla salute mentale, dall'altro pone l’attenzione su questioni importanti. Quali sono i rischi di trattare temi così delicati e complessi in un formato così breve e semplificato?
Dalla poltrona all'entertainment: la psicologia danza al ritmo dei trend
Immagina uno scenario in cui la psicologia si manifesta attraverso balli accattivanti, lip-sync carismatici e brani pop orecchiabili. Un luogo in cui le informazioni vengono trasmesse attraverso vivaci grafiche e immagini coinvolgenti. Beh, non devi immaginarlo, perché esiste già.
Mentre la classica poltrona dello psicanalista non è certamente in pericolo di estinzione, i tempi stanno cambiando. Le terapie si stanno spostando online e i professionisti della salute mentale si stanno adattando a queste nuove tendenze.
Che si tratti di un terapeuta che balla al ritmo di una canzone pop mentre parla di disturbi d'ansia, o di un esperto che usa grafiche colorate per spiegare i sintomi della depressione, questi contenuti stanno rivoluzionando il modo in cui parliamo di salute mentale.
Ho pensato di poter arrivare così a un gran numero di persone, molte delle quali non saprebbero a chi rivolgersi e soffrono in solitudine
Elia Solinas, medico in psichiatria
Oltre lo scroll: le potenziali insidie delle 'psico-pillole' social
Ma in questo mondo di terapeuti-influencer e psico-pillole a portata di like, emerge una questione fondamentale: è davvero possibile pensare di sostituire un adeguato sostegno psicologico privato semplicemente scrollando post gratuiti sui social media?
Certo, c'è chi potrebbe essere tentato di credere che problemi complessi e invalidanti possano essere risolti attraverso ricette facili e standardizzate. E sì, la divulgazione di temi legati alla salute mentale ha sicuramente il merito di avvicinare la psicologia al grande pubblico. Tuttavia, è fondamentale ricordare che Instagram, TikTok o qualsiasi altra piattaforma social non possono e non dovrebbero sostituire un autentico contesto terapeutico.
Mentre i contenuti legati alla salute mentale sui social possono fornire consigli utili e promuovere consapevolezza, essi non possono fornire la stessa profondità di comprensione e cura che si otterrebbe in un setting terapeutico. Quindi, come possiamo navigare in questo mare di contenuti senza perderci?
Navigare tra un mare di post senza cadere in trappola
In un mondo in cui possiamo fare swipe a sinistra su un meme sulla depressione e swipe a destra su un video che ci insegna a fare respirazione diaframmatica, come possiamo trarre il meglio dai contenuti di salute mentale sui social senza cadere nelle trappole dell'autodiagnosi?
Prima di tutto, è importante ricordare che i contenuti sui social media possono essere informativi, ma non sono un sostituto per l'assistenza professionale. Se stai lottando con problemi di salute mentale, cercare l'aiuto di un professionista qualificato dovrebbe essere sempre il primo passo.
Inoltre, mantenere una mentalità critica è fondamentale. Non tutto ciò che leggi o vedi sui social media è accurato o applicabile alla tua situazione personale. È essenziale fare un passo indietro, prendere tutto con un pizzico di sale in zucca e cercare fonti verificate, ad esempio verificando le credenziali di un professionista online. Puoi trovare curriculum o attestati che certifichino il titolo di un professionista, e l'Ordine degli Psicologi è consultabile liberamente. In altre parole, con un po' di cautela e ricerca, è possibile capire in chi riporre davvero la propria fiducia.
Infine, usa i social media per quello che sono: un mezzo per connetterti con gli altri, per trovare sostegno e comprensione. Ma non dimenticare mai che la tua salute mentale è molto più complessa e preziosa di un post su Instagram o di un video su TikTok.
In conclusione, i social media possono essere un potente strumento per parlare di salute mentale, ma come per ogni strumento, la chiave sta nel modo in cui lo usiamo. Quindi, scrolla, condividi, impara, ma soprattutto, prenditi cura della tua mente.