L'inclusione è anche online grazie ai siti accessibili ai disabili
di Redazione 15 Febbraio 2022 •
di Redazione 15 Febbraio 2022 •
Prova a immaginare la tua vita senza Internet. E non perché all’improvviso il Wi-Fi ha smesso di funzionare. O perché hai dovuto portare lo smartphone in riparazione. Parliamo proprio di una vita intera senza connessione, o comunque con un accesso alla rete davvero limitato. Bene, ora pensa a quanto cambierebbero la tua routine, il tuo lavoro, le tue relazioni? Probabilmente molto.
Ci credi che 1 miliardo di persone nel mondo vivono esattamente questa situazione? Ebbene sì, il 20% della popolazione mondiale ha difficoltà nell’accedere a Internet a causa di una qualche forma di disabilità.
Il Web è progettato per essere universale: per includere tutto e tutti.
Tim Berners-Lee, inventore del World Wide Web nel 1955
Disabilità e accessibilità, due facce della stessa medaglia
Disabilità è un termine che comprende condizioni molto diverse fra loro ma tutte legate dal fatto che chi ne soffre può incontrare ostacoli di varia natura nella vita quotidiana. Uno di questi è proprio l’accessibilità al mondo digitale. Usare il mouse, vedere lo schermo, sentire l’audio. Gesti che possono sembrarti semplici banalità, per alcuni sono una barriera insormontabile che inibisce anche le più semplici azioni ordinarie. Acquistare qualcosa, leggere una notizia o prenotare una vacanza.
Questo argomento, così delicato ma anche attuale, è stato messo da parte per quasi 20 anni. Oggi, però, utilizzare Internet è diventata una vera necessità e ormai è inimmaginabile escludere una percentuale così alta di persone dalla fruizione di siti web, servizi, app e portali.
Se rampe, ascensori, montascale e parcheggi riservati sono stati realizzati per aiutare le persone disabili a raggiungere più facilmente luoghi reali, perché non farlo anche per i luoghi virtuali? In Italia, la Pubblica Amministrazione si è già messa all’opera, ma quando toccherà a tutti gli altri?
La Pubblica Amministrazione diventa inclusiva
Una realtà sempre meno fisica e sempre più digitale. Basta guardare i servizi che la Pubblica Amministrazione mette a disposizione dei cittadini. SPID, PagoPA e App IO sono solo alcuni esempi di questa tendenza al voler “virtualizzare”.
Pandemia globale, evoluzione digitale, maggiore sensibilità nei confronti delle minoranze. Metti insieme tre dei più recenti fenomeni e ti sarà chiaro come l’aggiornamento della Legge Stanca (legge 4/2004) rappresenti una svolta importante per le persone diversamente abili.
L’obiettivo qual è? Abbattere qualsiasi barriera digitale che possa limitare o impedire l’accesso a siti web e app da parte dei disabili. Un passo notevole e necessario, che coinvolge scuole, università, ospedali e uffici pubblici, che ora vengono obbligati a rispettare le Linee Guida sull’Accessibilità emanate dall’AGID (Agenzia per l’Italia Digitale).
Percepibile, Utilizzabile, Comprensibile, Robusto. Ecco come deve essere un sito web accessibile a tutti. Ma questo come si traduce in linguaggio html?
Dalle parole ai fatti, più internet per tutti
Non tutte le disabilità sono uguali e comportano le stesse difficoltà. Secondo i dati Nielsen:
Come colmare il gap tenendo in considerazione tutte le diverse casistiche? La World Wide Web Organization, l’organizzazione internazionale che mira a favorire lo sviluppo delle potenzialità di Internet, ha stabilito uno standard per l'accessibilità di Internet, per far sì che le persone con disabilità possano navigare online senza discriminazioni e in maniera autonoma. Una raccolta di azioni tecniche e linee guida da seguire per rendere un sito web accessibile.
Caratteri ingranditi, screen reader e tastiere braille per non vedenti. Sottotitoli fedeli per chi ha problemi legati all’udito. Traduzione e spiegazione di un testo per persone con difficoltà cognitive. Programmi di riconoscimento vocale, tastiere virtuali e puntatori sensoriali per disabili a livello motorio. Facendo attenzione a queste speciali configurazioni, alla struttura e all’organizzazione dei contenuti, diventa possibile fornire servizi e informazioni anche a quella marginale, ma immensa, realtà di cui fanno parte i disabili.
I miracoli non esistono, ma con l’aiuto della tecnologia possiamo andarci molto vicino.
La strada è ancora lunga, ma siamo solo all’inizio. C’è da dire che il tema dell’inclusione sta guadagnando ampio terreno moralmente, costituzionalmente e tecnologicamente. Secondo una ricerca del Market Research, le persone con disabilità rappresentano il terzo segmento di mercato in assoluto, dopo i baby boomer e gli utenti più maturi. Dimostrandosi, tra l’altro, i clienti più fedeli ai brand. Solo negli Stati Uniti, la US Census Bureau ha valutato che questa fetta di mercato porta un valore di oltre un miliardo di dollari!
Il disabile, dopotutto, è anche un cliente. E come tale va trattato, offrendogli la miglior User Experience possibile. In futuro ci aspettiamo che queste misure si estendano a tutti i siti web. La domanda è, quanto saremo veloci?