Cultura e tecnologia: nasce il Museo Nazionale di Arte Digitale

di Redazione 17 Dicembre 2021 •

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Il Museo Nazionale di Arte Digitale: un dialogo tra la vecchia Milano e il futuro di una città.

Immagina un museo interamente dedicato all’arte digitale. Pensa a un’antica costruzione Libertydegli anni ‘20. Chiudi gli occhi, accomodati nella macchina del tempo. Next stop 2026, quando a Milano verrà inaugurato il Museo Nazionale di Arte Digitale, che sorgerà proprio in uno dei luoghi storici della Milano sotterranea: l’ex Albergo Diurno di Porta Venezia.

«Un altro passo avanti verso la Milano del futuro». Sono le parole del sindaco della città, Beppe Sala, riguardo l’ambizioso progetto. Non solo verso il futuro: il MAD - pare sia questa la sigla con la quale verrà identificato il museo - sarà un fertile incontro tra quello che è stato e quello che sarà

 

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“Mettere l’accento oggi sull’importanza nella nostra contemporaneità dell’arte digitale è strategico […]. Significa mettere testa sul tema del digitale, che viene visto sempre attraverso quello che io chiamo il cannocchiale tecnologico.”

Maria Grazia Mattei, direttrice di MEET e ricercatrice

Quando l’arte si fa al computer

Arte digitale. Ne hai mai sentito parlare? Sì, proprio quella fatta al computer. Algoritmi e programmi informatici hanno preso il posto di pennelli e tele, per far spazio alle più innovative tecnologie.

La Digital Art, ammettiamolo, in inglese suona meglio – genera opere elaborando immagini in digitale. La particolarità di questa forma d’arte è che può spingersi a interagire con gli ambienti “reali”, sotto forma di realtà virtuale. Si creano spazi e movimenti che comunicano con l’ambiente fisico circostante.

Ma qual è l’origine di questa visionaria forma d’arte? Beh, prendi due matematici (Ben Laposky e Manfred Frank). Aggiungici i principi del Costruttivismo e del Razionalismo del Bauhaus. Un pizzico della più spiccata sensibilità artistica e il gioco è fatto. Tutto ciò negli anni ’50.  

Da allora, l’arte digitale ha subìto un’evoluzione continua, passando attraverso la fase dell’Optical Art, dalla natura prettamente bidimensionale, e per la Pixel Art degli anni ’80.

Ebbene, nonostante la Digital Art abbia alle spalle un lungo e solido passato, ancora oggi non si può dire che sia una forma d’arte completamente accettata come tale. Curioso, visto che ci troviamo nell’epoca della digitalizzazione e della smaterializzazione, no?

È lo strumento del “computer”, visto come la macchina dell’utilità, a rendere meno autorevole l’Arte Digitale? O è forse perché non siamo abituati a vederla nei musei? Niente paura. Arriva in soccorso il Museo Nazionale di Arte Digitale

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A Milano, l’incontro tra due epoche

Il Museo Nazionale di Arte Digitale sarà una boccata d’aria fresca per la città di Milano. In Piazza Oberdan, il cuore di Porta Venezia, il museo verrà accolto nell’ex Albergo Diurno, un antico spazio urbano tutelato dal FAI. Quello che era un luogo pubblico dove i milanesi degli anni ’20 si recavano per la cura della persona, rappresenterà un nuovo spazio urbano, luogo di incontro e di scambio. L’impronta architettonica dell’Albergo Diurno verrà messo a disposizione delle opere digitali dei più importanti artisti digitali. Il Museo avrà l’ambizioso obiettivo di valorizzare l’arte digitale mettendola in relazione proprio con questi ambienti. Un connubio creativo tra contemporaneità e passato.

E così il digitale assumerà un ruolo differente rispetto a quello che ha ora, totalmente slegato da quel “cannocchiale tecnologico” di cui parla Maria Grazia Mattei, direttrice del centro MEET che collaborerà con la nuova realtà milanese.

I contenuti digitali, al centro dello spazio espositivo, avranno un ruolo strategico nello scenario culturale contemporaneo, sempre più connesso e globalizzato. Mostreranno come il concetto di arte e di linguaggio artistico possa e debba evolvere, e con lui il rapporto con i fruitori in una sorta di scambio interattivo.

Il nuovo Museo di Arte Digitale sarà anche in costante relazione con il Meet Digital Culture Center, all’interno dello spazio Oberdan, e in dialogo con Planetario, il Padiglione di Arte Contemporanea, la Galleria di Arte Moderna e il Museo di Arte Etrusca.

 

La cultura digitale cambierà per sempre il modo di fare arte?

Insomma, il museo del futuro sarà da sballo. Non resta che chiedersi, però, quale sarà il risvolto sul piano artistico-culturale. La cultura digitale sta cambiando il modo di fare arte. Il mondo dell’arte, però, non è di certo conosciuto per la sua apertura all’innovazione. Dopo tutto, c’è voluta una pandemia per far avvicinare il mondo dei musei italiani alla digitalizzazione. Tuttavia, il visionario progetto del Museo Nazionale di Arte Digitale sembra voler scardinare gli schemi tradizionali. Servirà ad accelerare il processo di accettazione dell’arte digitale come vera e propria forma d’arte? O sarà per sempre relegata a una più semplice “forma d’espressione”?

Quel che è certo è che la tendenza è chiara. Il mondo sta andando in una direzione sempre più vicina all’integrazione tra canali, tra realtà virtuale e realtà fisica. Mondi diversi entrano in comunicazione, facendo confluire contenuti e media differenti in un’ottica di sempre maggiore espansione. Il gaming ha assunto le forme del social network e viceversa, il retail punta sempre più sull’esperienza ibrida, la narrazione ha imparato a fuoriuscire dalle pagine di carta per assumere forme sempre più liquide e digitali. Chissà se il Museo milanese di Arte Digitale riuscirà a portare anche il sistema culturale in questa direzione…

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