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Dalla velocità delle risposte alla semplicità di poter contattare i propri idoli (anche senza ricevere risposta): in pochi decenni il nostro modo di comunicare è radicalmente cambiato, diventando più semplice e immediato. Di conseguenza, sono diverse le dinamiche che ormai diamo per scontate grazie all’uso delle nuove piattaforme e a cui, anche volendo, difficilmente riusciremmo a rinunciare.

Negli anni ‘50 ci volevano due mesi per ricevere una lettera da oltreoceano. Ora basta un secondo per mandare un messaggio. Fino agli anni 2000 per capire come arrivare in una città bisognava leggere sulla cartina il numero dell’autostrada da prendere. Oggi per raggiungere un amico al bar si può seguire la posizione inviata nella conversazione. Un tempo per mantenere le relazioni a distanza, quasi tutti avevano l’amico di penna a cui si rispondeva una volta al mese. Ora tramite i social sappiamo cosa fanno, dove studiano o lavorano, in che ristorante hanno mangiato la sera prima e quali sono i film preferiti di amici di infanzia o del mare che non incontriamo da anni.

Quante dinamiche ormai sono diventate scontate grazie ai social? Spoiler: tante.

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Facebook non ha sostituito le relazioni reali, ma aggiunto occasioni di rimanere in contatto che altrimenti non ci sarebbero

Mark Zuckerberg

Non siamo mai stati così tanto connessi

Oggi, 30 giugno, in occasione del Social Media Day, è giusto ricordare quanto siano cambiate le nostre abitudini di comunicazione, più semplici e istantanee, grazie alle nuove piattaforme. Ad esempio, solo fino a qualche decennio fa per chiedere di giocare al vicino di casa dovevamo andare a bussare alla sua porta e non era possibile fare chiamate se non alla cabina telefonica per 200 lire. Ma non solo.

I social ci mettono tutti i giorni in contatto con persone che 50 anni fa non avremmo mai avuto la possibilità di conoscere o contattare così facilmente, anche dall’altra parte del mondo. Le nuove piattaforme ci danno l’opportunità di espandere il nostro bacino di conoscenza e informazioni, scoprendo nuovi posti da visitare o facendoci appassionare ad argomenti e notizie di cui non sapevano nulla. Ma anche, ci permettono di partire tutti sullo stesso piano, sulla stessa piattaforma, con le stesse possibilità e visibilità (almeno all’inizio), in cui le nostre capacità e l’interesse che siamo capaci di suscitare negli altri sono l’unico metro di giudizio.

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Online ci siamo tutti, praticamente

La trasformazione che la società ha avuto negli anni (passando dal reale al mondo online, direbbero alcuni) è stata radicale, grazie anche al fatto che ha coinvolto praticamente tutti. A livello mondiale, su 8,1 miliardi di persone, più di una persona su due (4,76 miliardi, cioè il 59.4% della popolazione) ha almeno un profilo social attivo, con un incremento del 3% rispetto al 2022.

Solo in Italia sono attivi sulle nuove piattaforme ben 43,90 milioni di persone: si tratta del 75% dell’intera popolazione, di cui l’80% ha un’età pari o superiore ai 13 anni, come rilevato da Blacklemon. Nel dettaglio, l’app più utilizzata dagli italiani è Whatsapp (89,1%), sfruttata sia dalle generazioni più grandi che quelle più giovani, seguita da Facebook (77.5%) che è frequentata da un pubblico più adulto, e Instagram (72,9%), vetrina di foto e video di 20enni o 30enni.

Saremo social per sempre?

Anche se negli ultimi anni si è riscoperta una passione per tutto ciò che è vintage, dai vestiti all’arredamento, è poco probabile che questa possa avere un qualche tipo di impatto sull’utilizzo dei social media. Chi vorrebbe tornare a non sapere con certezza se un messaggio o una cartolina è stato ricevuto, quando oggi sui social basta controllare se la persona in questione è online? In quanti preferirebbero continuare a provare a interagire con il proprio idolo commentando una sua foto nella speranza di ricevere una risposta, piuttosto che vederlo solo da lontano ai concerti o in televisione?

D’altra parte, è vero che al di là di certe comodità che permettono i social e a cui è impossibile rinunciare è giusto dedicare una piccola parte del proprio tempo alle nuove piattaforme ricordandosi che la vita vera non è online.

È quindi importante considerarli e utilizzarli come strumenti in grado di aiutarci a facilitare e velocizzare risposte e contatti, ma non come un’alternativa o una via più semplice alla realtà. I social ci hanno connesso, anche a chilometri di distanza, ma spetta sempre a noi capire come trarre il meglio da queste possibilità, per non isolarci nella nostra bolla fatta di messaggi e ricerche online

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