Dumb phone e il ritorno all’era senza social: i giovani vogliono stare off

di Redazione 7 Novembre 2023 •

Condividi articolo:

Telefoni stupidi, o meglio, basici che aiutano a staccare la spina. Saranno tornati per restare?

Sono trascorsi ormai più di 15 anni dal lancio di quello che sarebbe diventato il compagno fedele delle nostre vite: lo smartphone, così come lo conosciamo oggi, indispensabile e sempre connesso.

Ma com’era e, soprattutto, cosa c’era… prima?

Siamo certi che c’è chi non si è dimenticato di loro… i nostri vecchi telefoni. Quelli che oggi chiamano feature phone. Quelli che adesso (rullo di tamburi) sono tornati!

Dumb phone, telefoni “stupidi” a chi?

Alt! Facciamo chiarezza. Non stiamo parlando di obsoleti cellulari che improvvisamente riemergono dai cassetti impolverati e sostituiscono lo smartphone di ultimo modello. I feature phone sono telefoni nuovi a tutti gli effetti che, però, per sembianze e funzioni, si ispirano al passato.

Ripartiamo da qui: la tastiera. Hai presente? Quei tasti che il touchscreen, con il tempo, ha completamente sostituito. Quelli su cui, per scrivere i nostri SMS (perché sì, WhatsApp non esisteva), ormai pigiavamo senza più neanche guardare, perché li conoscevamo come le nostre tasche.

Parola d’ordine offline: i telefoni basici tornati in auge si sono guadagnati il soprannome di dumb phone (letteralmente “telefoni stupidi”) per un motivo (e no, non perché siano realmente meno intelligenti), ovvero per distinguerli dai moderni smartphone ricchi di funzionalità, ma soprattutto connessi ad Internet. Ovviamente, è possibile telefonare, ma dimenticati delle mille notifiche da app e di guardare i tuoi amati reel da cellulare. E ancora, lo schermo, piccolo, dalla grafica retrò e spesso di bassa risoluzione.

Ecco, metti tutto insieme e avrai un feature phone!

Ma non sarà mica il tentativo di qualche nostalgico di riportare in vita i cellulari tradizionali? In realtà, questi telefoni hanno già registrato una salita verticale di vendite negli Stati Uniti e si prevede che a fine 2023 raggiungeranno i 2,8 milioni di dollari di fatturato.

Se non è un ritorno di fiamma questo…

telefono vecchio vs nuovo

Nostalgia canaglia o voglia di digital detox?

Non ho capito il gioco, scusate interrompete: come siamo arrivati a tutto ciò?

La passione per i primi anni 2000 non è di certo una novità e se sui Millennial fa breccia il famoso effetto nostalgia, la più giovane Gen Z è sempre più affascinata da un passato che non ha, di fatto, mai vissuto e di cui cerca di recuperare quanto più possibile (ah, la famosa vintage mania!).

D’altra parte, è innegabile che i feature phone abbiano i loro vantaggi. Dal costo sicuramente inferiore rispetto all’ultimo modello di smartphone super-pro, hanno in media anche un ciclo di vita più lungo rispetto ai colleghi di ultima generazione. Questo ingolosisce anche chi non è disposto a spendere una fortuna per un telefono da migliaia di funzioni e fa bene all’ambiente.

Si stima, infatti, che, solo in Europa, gli smartphone e la tendenza a cambiare modello pressoché ogni anno contribuiscano all’aumento di e-waste (i rifiuti derivati da apparecchiature elettroniche) con la produzione di 35 milioni di tonnellate di rifiuti e 261 milioni di emissioni di CO2.

Non solo. I feature phone offrono un’esperienza d’uso, sotto certi punti di vista, unica, meno immersiva e soprattutto offline. Il fatto che questi dispositivi possano essere usati quasi esclusivamente per chiamare e inviare o ricevere messaggi elimina innumerevoli distrazioni abolendo completamente la tendenza all’always on. E sono proprio le generazioni più giovani, quelle “sempre sui social” a chiedere una pausa da questo sovraccarico di tecnologia.

Essere sempre connessi e reperibili. Ricevere decine di notifiche da app che non ricordiamo nemmeno perché abbiamo scaricato. E poi loro, i social network, così utili e divertenti, ma anche così bisognosi di attenzione (secondo un rapporto elaborato da Telefono Azzurro, il 50% dei ragazzi tra i 12 e i 18 anni passa dalle due alle tre ore al giorno sui social, il 14% dalle quattro alle sei ore)!

Sembra che i giovani abbiano sempre più voglia di stare off e di mettere un freno all’eccesso di tecnologia che li circonda ogni giorno. 

Ma anche di allontanarsi da alcune logiche diffuse sui social e da quei modelli di perfezione spesso promossi come “normalità”.

Offline sì, ma per connettersi meglio!

Dumb phone vs smartphone: è guerra dunque? In realtà, come spesso accade, la verità sta nel mezzo.

Se anche la vendita di telefoni tradizionali sta crescendo, siamo ben lontani dai numeri che fanno, e continueranno a fare, i cellulari di ultima generazione.

Per di più, quando parliamo di digital detox, non intendiamo mica chiudersi in camera e isolarsi dal resto del mondo. Gli ultimi modelli di feature phone si stanno attrezzando per integrare app e funzioni ormai ritenute indispensabili, come WhatsApp e Google Maps. Perché insomma, basici sì, ma non inutili!

quote

Quello che stiamo cercando di fare […] non è creare un telefono dumb, ma creare un telefono premium e minimale che non sia intrinsecamente anti-tecnologia […] Si tratta di scegliere consapevolmente come e quando utilizzare gli aspetti della tecnologia che migliorano la qualità della vita.

Joe Hollier, co-fondatore di Light e progettista del Light Phone

E allora, qual è il punto? Il ritorno ai dumb phone dovrebbe essere letto più come una presa di consapevolezza da parte delle nuove generazioni che come un rifiuto netto per la tecnologia. Il fatto che si abbiano a disposizione sempre più device per gestire i diversi momenti della propria vita permette di trovare un equilibrio e usare uno strumento specifico per ogni circostanza.

Quando si ha bisogno di concentrarsi, di non avere distrazioni, di dedicarsi a un’attività dall’inizio alla fine senza interruzioni, o di socializzare e trascorrere del tempo (davvero e senza occhi sul cellulare) con le persone importanti: ecco, in questi casi i dumb phone vengono in nostro soccorso e diventano l’alleato per una vita in cui è importante anche imparare a staccare la spina.

Più che digital detox, dunque, un allontanamento temporaneo dalla frenesia di ogni giorno per concentrarsi su un altro tipo di connessione, quella con sé stessi e con gli altri.

Suggeriti per te