Connessi consapevolmente: tra educazione digitale e cybersecurity

di Redazione 13 Gennaio 2023 •

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Sempre reperibili, sempre connessi. Siamo abituati all’estrema contaminazione tra online e offline ma non abbiamo ancora imparato a vivere questo dualismo con consapevolezza. È possibile, dunque, imparare a usare un mezzo così potente come Internet, senza farsi male? (Spoiler: sì).

Videochiamare un amico che vive in Cina. Sapere cos’è successo nella giornata di oggi, 75 anni fa. Fare calcoli matematici complessi senza conoscere le tabelline. Tutte cose che, grazie al nostro smartphone e a una connessione Internet, sono di ordinaria amministrazione. La tecnologia ci ha proprio cambiato la vita. Chi, con Internet, ci è nato forse non se ne rende conto. O forse non riesce neanche a concepire come potesse essere la vita prima. Le nuove generazioni padroneggiano (o pensano di padroneggiare) con maestria i mezzi che hanno a disposizione per comunicare, svagarsi, informarsi e semplicemente passare il tempo. Medium che pervadono la quotidianità tanto da aver plasmato la realtà: linguaggio, pensieri, abitudini, cultura si modificano continuamente. A dimostrazione del fatto che il «Virtuale è reale».

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La scuola, la famiglia, i media, ciascuno per la propria parte, possono essere influencer positivi e diffondere atteggiamenti capaci di educare all’ascolto, alla gentilezza, all’accettazione della diversità.

"Virtuale è rele. Connessi con Zecchino d’Oro e CoopVoce", 2022

Per quanto ci crediamo assolti, siamo tutti coinvolti

L’utilizzo della tecnologia – e quindi l’esposizione ai suoi rischi – è qualcosa che riguarda proprio tutti. Neanche i più anziani ne scampano: complice la pandemia, gli over 65 si sono ritrovati a fare i conti con l’avanzare dei tempi e hanno rafforzato il loro interesse per la rete e le piattaforme digitali.
Dall’altro lato, gli adolescenti e i bambini di oggi si relazionano con la tecnologia fin dai loro primi anni di vita.

Secondo Ansa nel 2020 in Italia erano 80 milioni i device mobili per 60 milioni di popolazione. Più smartphone che persone, in pratica. A livello globale attualmente, su quasi 8 miliardi di abitanti del Pianeta, oltre 5,3 miliardi utilizzano il cellulare, 5 miliardi si connettono a Internet e all’incirca 4,7 miliardi usano i social network.

Insomma, non importa l’età, il sesso, l’estrazione sociale: nel mondo di oggi siamo tutti alla mercè di un mondo iperconnesso. Questo significa, fondamentalmente, due cose: infinite opportunità e altrettanti rischi.

Non è tutto oro quel che luccica, neanche su Internet

Che lo scintillante e mirabolante mondo di Internet nasconda oscurità e insidie, non è un segreto. Sono sempre di più le notizie che dimostrano che, sì, usare i social è un gioco da ragazzi, per cui però è necessario conoscere le regole. Sui pericoli di TikTok, ad esempio, se ne è parlato in abbondanza: il social preferito dai più giovani è spesso al centro di polemiche e polveroni. La caratteristica che l’ha reso fortemente amato dalla Gen Z - ovvero la capacità di permettere a tutti gli utenti, indistintamente, di mettersi in gioco in prima persona nella creazione di contenuti - è anche la sua condanna: le famose “challenge” diventate virali hanno più volte messo in pericolo diversi ragazzini e adolescenti, spingendoli ad atti e dimostrazioni di coraggio estreme in cambio di qualche like.

educazione digitale

I rischi legati all’uso del web, però, non esauriscono qui: il tema della cybersecurity e della protezione dei propri dati è qualcosa che tocca l’individuo sempre più da vicino.
Per non parlare della salute mentale: la logica che sottende il funzionamento del web e dei social è quella di fornire un’infinità di stimoli che non necessitano di un particolare sforzo per essere fruiti: questo modo di relazionarsi ai contenuti online sta invadendo anche la dimensione offline. Come una droga, gli utenti consumano contenuti con velocità e basso livello di attenzione, in un loop infinito di intrattenimento che ha sempre di più il sapore dell’assuefazione. Disturbi dell’attenzione, ansia, depressione sono solo alcuni degli effetti che l’uso inconsapevole di Internet può causare. Ovviamente, le vittime più comuni di questa dinamica sono i più giovani che, pur pensando di avere in mano le redini del mondo virtuale, non hanno la consapevolezza e l’esperienza necessarie per utilizzare queste armi a doppio taglio senza farsi male. 

Three is the magic number: informazione, educazione e prevenzione

Se è vero che Internet non ha data di scadenza e tutti possono trovare la propria nicchia per esprimere sé stessi e mettersi in gioco, è altrettanto vero che indipendentemente dall’età e come per ogni cosa, nella vita, bisogna prima imparare le regole.

Come? Informazione, educazione e prevenzione: le tre parole magiche che possono fare la differenza.
Specie gli utenti più giovani hanno bisogno di essere accompagnati e introdotti ai rischi che possono incontrare nel corso delle loro esperienze virtuali.

Essere della Gen Z, essere nati con un tablet in mano o usando Google prima delle bambole non rende immuni dai pericoli digitali. L’uso di Internet, questo potente mezzo di comunicazione che tanto ci piace perché ci permette di sentirci sempre connessi gli uni agli altri, non può prescindere dall’educazione digitale. Se è vero che la tecnologia unisce, l’educazione al suo utilizzo può dunque rappresentare l’occasione perfetta per avvicinare generazioni lontane tra loro: come un figlio può insegnare al genitore a “postare” su Instagram, il genitore può insegnare al figlio come presenziare in modo consapevole e rispettoso sui social.

Come sempre, in fin dei conti, l’ignoranza è l’ostacolo e la conoscenza ciò che permette di superarlo. Su Internet, come nella vita, non conoscere le possibili conseguenze delle nostre azioni ci espone a situazioni difficili da gestire, creando il rischio di coinvolgere terzi in circostanze negative. In un mondo iperconnesso, quindi, il primo passo è educare ed educarsi: solo così sarà possibile creare delle connessioni degne di essere chiamate tali, sia virtuali sia reali.

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