Riscaldamento globale: come sta il nostro Mediterraneo?
di Redazione 20 maggio 2024 •
di Redazione 20 maggio 2024 •
Come sappiamo, il Mar Mediterraneo non se la passa benissimo. Inquinamento e riscaldamento globale, infatti, minacciano di portare ospiti tropicali inaspettati nelle sue acque, alterando l'equilibrio e la biodiversità.
Nonostante questo, però, c’è anche una buona notizia. Secondo lo studio M.A.R.E. il Mar Mediterraneo sta resistendo con tutte le sue forze e c’è ancora modo di salvaguardare e proteggere l’ambiente marino.
Dobbiamo rispettare gli oceani e prendercene cura come se la nostra vita dipendesse da loro. Perché è così.
Sylvia Earle, oceanografa.
Le sfide che sta attraversando il Mar Mediterraneo sono numerose.
I cambiamenti climatici fuori controllo potrebbero mettere a rischio la sua biodiversità unica, portando anche all’arrivo di specie tropicali provenienti dall’Oceano Atlantico.
Per non parlare dell’inquinamento causato dalla plastica, come le reti fantasma o i sacchetti di plastica, che mettono in pericolo le tartarughe, gli uccelli marini e tutti gli altri animali acquatici.
C’è da dire però, che il Mar Mediterraneo è un po’ come un pugile professionista: prende tanti colpi, ma è difficile da mettere al tappeto.
A dirci che il Mar Mediterraneo sta meglio di quanto ci si potrebbe aspettare è lo studio M.A.R.E., il progetto scientifico di monitoraggio del Mediterraneo ideato dalla fondazione Centro Velico Caprera in collaborazione con One Ocean Foundation, che promuove la conoscenza e la protezione dell’ambiente marino.
La piattaforma navigante M.A.R.E. ha preso in esame oltre 2.700 miglia di navigazione tra Tirreno e Adriatico, raccogliendo due tipologie di campioni.
55 sono campioni di acqua raccolti per l’analisi del DNA ambientale e 100 sono quelli di zooplancton, recuperati per valutare la presenza di sostanze inquinanti.
Inutile negarlo: lo studio ha registrato una grande variabilità spaziale nei livelli misurati nello zooplancton, con alcune concentrazioni di Zinco, Rame, Piombo, e Nichel paragonabili ad aree fortemente inquinate. Ma i metalli ritenuti più inquinanti e tossici, come ad esempio il Mercurio, mostrano livelli nettamente più bassi.
Lo studio sulla biodiversità nel Tirreno si è focalizzato invece su specie a rischio di estinzione, evidenziando come alcuni animali non siano più così comuni, come il delfino o la Manta.
Per quanto riguarda la concentrazione di altre sostanze nocive, come l‘insetticida DDT e i PCB (policlorobifenili), viene evidenziato che queste continuano a essere presenti nel Tirreno, ma che la situazione è molto migliorata rispetto agli anni ‘70.
Un’altra buona notizia è che, rispetto al Tirreno, la contaminazione da DDT è molto più bassa nell’Adriatico: i livelli di inquinamento sono addirittura paragonabili a zone isolate nei tropici e nell’Artico! Per di più, lo studio della biodiversità nel Mar Adriatico si è concentrato sul determinare la presenza della rarissima foca monaca, riscontrando ben due campioni positivi.
Come abbiamo visto, il Mar Mediterraneo non sta benissimo, ma è forte ed è capace ancora di sorprenderci.
Sta a noi continuare a prendercene cura, anche nel nostro piccolo.
Sono tante le azioni che possiamo mettere in atto nel nostro quotidiano per salvaguardare l’ambiente. Ad esempio, fare la raccolta differenziata con consapevolezza e attenzione, separando i rifiuti composti e pulendo i contenitori di plastica dai residui organici, permette di smaltire al meglio i rifiuti.
Anche usare la bici o i mezzi pubblici è utile per diminuire l’inquinamento, soprattutto se lo si fa per andare al lavoro durante le ore di punta.
E, sempre rimanendo in tema lavoro, lo smart working può essere un ottimo modo per non incrementare il traffico e garantire una minore immissione di gas inquinanti nell’aria.
Grazie al nostro impegno, possiamo aiutare il Mediterraneo e il nostro pianeta a stare meglio, rimanendo sempre più connessi con la natura.