Lockstalgia portami via e quella strana voglia di restare a casa

di Redazione 17 Marzo 2022 •

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Il Coronavirus e la situazione di emergenza sanitaria che abbiamo vissuto hanno avuto riflessi e conseguenze sotto tutti i punti di vista: da quello economico a quello psicologico, e persino quello linguistico. Ecco che nasce una parola per descrivere quella strana sensazione che forse, sotto sotto, tutti proviamo o abbiamo provato.

Lockstalgia” è una delle tante parole-novità che si portano con sé il 2020 e il 2021. Un neologismo coniato da Cambridge Dictionary, che descrive sensazioni ed emozioni precise, riconducibili a uno specifico periodo storico e temporale.

Ma cosa significa questa parola?

quote

lockstalgia noun [U]

UK /lɒk.ˈstæl.dʒə/ US /lɑːk.ˈstæl.dʒə/

a feeling of nostalgia for the lockdown period of the covid-19 pandemic

Cambridge Dictionary

“Lockstalgia” e il vocabolario del lockdown

Di parole nuove in questi ultimi due anni ne abbiamo sentite parecchie e abbiamo imparato a integrarle al nostro usuale vocabolario. Ci siamo abituati a descrivere situazioni che non avevamo mai vissuto prima con termini specifici, dai più desueti come “quarantena ai neologismi e gli inglesismi come “smart-working”.
La nostra lingua e il nostro modo di comunicare si sono arricchiti di nuove espressioni, forse di riflesso alla necessità di comprendere ciò che stava avvenendo fuori dalle nostre case.

Registrato tra le nuove parole dal Dizionario Cambridge, il termine “lockstalgia” racchiude quella strana sensazione che probabilmente pensavi caratterizzasse solo te.

Buone notizie: non sei strano, e non sei solo.

Lockstalgia il vocabolario del lockdown

Non l’avremmo mai pensato, eppure ci manca

Lo yoga alla mattina presto, le nuove ricette da sperimentare e quelle della nonna da mettere a punto.
Per la prima volta, durante il lockdown, abbiamo avuto la possibilità di prenderci del tempo. E via di allenamenti in diretta Instagram, lunghe camminate su quel tapis roulant comprato anni prima (e mai usato). In lockdown abbiamo persino cominciato a leggere. Tutti improvvisamente si sono trasformati in chef, atleti allenatissimi e lettori accaniti di classici.

Siamo usciti da quei mesi come rinnovati, certo psicologicamente provati, ma anche ricchi di speranza e vogliosi di riorganizzare il nostro lifestyle con nuove e più sane abitudini. I numeri lo confermano: dal rapporto Coop 2021 è chiaro come, in base ai dati rilevati sui consumatori nell’agosto 2021, il 47% degli italiani dichiara di voler dare più importanza alla cura di sé e della propria salute, e il 42% di essere sereno e in equilibrio con sé stesso.

E ora?

Ti sei fermato a riflettere su quante delle numerose attività iniziate in lockdown hai mantenuto e portato avanti, una volta ricominciata la tanto attesa normalità? È probabile che la maggioranza di tutte queste buone abitudini che in lockdown costituivano la nostra routine, siano state gradualmente lasciate andare.

Il fatto è che è stata proprio la normalità stessa a riportarci nel turbinio della quotidianità, con la ripresa graduale dei rapporti sociali, dei ritmi tradizionali di tutto ciò che questi comportano. 

Dopo il lockdown: fra emozioni e ricordi lockstalgici

Forse parlare di lockstalgia è un po’ come parlare di una sorta di moderna sindrome di Stoccolma.
Abbiamo trovato la nostra zona di comfort rinchiudendoci in una bolla di sapone in cui ci sentivamo protetti. Dentro le mura di casa ci siamo sentiti grati per un tempo che credevamo di non poter mai avere e ne abbiamo approfittato per pensare a noi stessi, alla nostra casa, alla nostra famiglia. Durante quei giorni, ci siamo resi conto della bellezza e del piacere delle piccole cose ed abbiamo imparato a vedere la vita da una prospettiva diversa.

Per trovare il lato positivo, il lockdown è riuscito a farci scoprire l’importanza di emozioni ed esperienze che non dovremmo dimenticare, ma semmai coltivare e conservare nella mente, in vista di un tempo in cui guarderemo indietro e chiameremo questi ricordi, lockstalgia.

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