Festa della Donna: semplice convenzione o importante ricorrenza?
di Redazione 8 Marzo 2022 •
di Redazione 8 Marzo 2022 •
Istituita nei primi anni del lontano 1900, la Giornata della Donna prese forma dalle idee della socialista tedesca Clara Zetkin che propose l’idea di una giornata nella quale le donne potessero far sentire la loro voce. Formalizzata nel 1975 dalle Nazioni Unite, nel tempo la Festa della Donna si è trasformata, ha assunto diverse forme e significati. È stata adottata da diversi Paesi e ognuno l’ha fatta propria con tradizioni e usanze differenti.
Il genere femminile ha pagato a caro prezzo la possibilità di avere una giornata interamente dedicata alle donne, eppure siamo davvero sicuri che ci sia qualcosa da festeggiare?
Oggi, nel 2022 in un Paese in cui ancora si parla di gender gap, gender inequality e violenza contro le donne, ha ancora senso parlare di questa ricorrenza?
“Un uomo può sperimentare la discriminazione personale per varie ragioni, ma non conosce la discriminazione di genere, perché nessuna cultura ha mai perseguitato i maschi in quanto maschi.”
Michela Murgia, attivista e scrittrice
Essere donne, oggi
Quando le città si riempiono di mimose, l’8 marzo è alle porte. In Italia, questa è però anche un’occasione fondamentale per puntare l’attenzione sui diritti della donna, prestando particolare interesse a tematiche che ancora oggi fanno parlare.
Il nostro Paese si classifica tra gli ultimi in Europa se si guarda alla parità di genere: 0,72 è l’indice complessivo di disparità di genere relativo al 2020, dove la totale parità a cui dovremmo auspicare è rappresentata dall’1. E gli italiani ne sono consapevoli: dal Rapporto Coop 2021 emerge che il 42% della popolazione ritiene che il divario di genere sia un fenomeno molto diffuso nel Paese.
Per non parlare della violenza di genere. È chiaro e risaputo che anche il lockdown ha contribuito a peggiorare la situazione. Nemmeno le mura domestiche sono sicure, per chi è donna. Nel 2021 sono stati 295 gli omicidi in Italia. Tra queste vittime, 118 erano donne. E no, non è un caso che siano così tante.
118 su 295.
8 marzo: il dibattito delle 24 ore
È qui che il mondo si divide in due: “le donne vanno celebrate ogni giorno”, dicono, non solo l’8 marzo. I social sono ricchi di post filosofeggianti e polemici che esprimono a gran voce l’idea che è la quotidianità quella che conta, per festeggiare davvero le donne.
D’altra parte, c’è anche chi prova a chiedere “e la festa dell’uomo quand’è?”.
Tra chi sente l’esigenza di specificare che le donne meritino di essere rispettate più di una volta all’anno, e chi si dimostra convinto nel sostenere che la Giornata della Donna sia ormai ridotta a una trovata commerciale a cui il marketing e i venditori di mimose si aggrappano senza pietà, forse la verità sta nel mezzo.
Anche perché, cosa significa “rispettare le donne ogni giorno”? Forse il fatto stesso di doverlo specificare potrebbe far riflettere: non dovrebbe essere scontato e dato per assodato?
Il problema è che spesso viviamo l’8 marzo senza riflettere sul vero significato e sulla storia di questa giornata. Troppo spesso il dialogo si apre e si chiude il giorno stesso.
Per celebrare le donne ogni giorno - per davvero - forse tutti possiamo fare qualcosa. Cominciando dal capire che spesso le disuguaglianze non derivano dal mondo là fuori, ma iniziano dentro di noi, come se le avessimo interiorizzate.
La discriminazione e le differenze di genere possono essere ovunque: non serve andare a calcolare le differenze salariali o in termini di prospettive di carriera per percepirle. Non basta di certo un giorno all’anno per poter cambiare le cose, eliminare il sessismo dalla faccia della terra e arrivare alla totale parità di genere. Ma siamo sicuri di essere così avanti, da non avere bisogno nemmeno di un reminder?
Forse la tematica su cui dovremmo interrogarci non è se l’8 marzo è una giornata utile o meno, quanto “come dovremmo comportarci l’8 marzo e tutti i restanti giorni dell’anno”?
Attraverso l’educazione e la ricerca continua della giustizia, dobbiamo imparare a cogliere i segnali di una cultura tutt’altro che egualitaria e cercare di plasmare in senso positivo, nella nostra quotidianità, la narrazione che orbita attorno al mondo femminile.
Siamo noi a decidere se percepire questa giornata come una convenzione priva di significato o se conferirle la grande responsabilità di ricordarci che, ogni giorno, possiamo fare qualcosa per migliorare la situazione.
Quest’anno, quindi, scegli di essere alleato, complice. Schierati dalla parte delle donne della tua vita, e di tutte quelle che non conosci, e lotta per i loro diritti, come se fossero i tuoi.