Dallo schermo allo scherno: come proteggersi dal cyberbullismo
di Redazione 13 Giugno 2025 •
di Redazione 13 Giugno 2025 •
Si dice che le parole possano ferire più di un proiettile, ed è esattamente ciò che accade con il cyberbullismo. Scopriamo cos’è e come difendere sia i più giovani che noi stessi.
Commenti, messaggi, like e condivisioni. Il mondo digitale è uno degli spazi in cui i ragazzi crescono, comunicano e si esprimono. Ma dietro uno schermo, tra notifiche ed emoji, può nascondersi anche qualcos’altro: insulti, offese, minacce.
È il cyberbullismo, una forma di violenza sottile e continua, che colpisce in silenzio e lascia segni profondi. Un problema che non riguarda solo la rete, ma anche la vita reale, le relazioni e la salute mentale.
Capiamo che cos’è davvero e cosa si può fare per contrastarlo.
A meno che la nostra società non riconosca il cyberbullismo per quello che realmente è, la sofferenza di migliaia di vittime silenziose continuerà senza sosta.
Anna Maria Chávez, ex amministratrice delegata Girl Scouts of the United States of America
Cyberbullismo: il nemico invisibile del web
Il cyberbullismo non deve essere considerato un problema di minore entità rispetto al bullismo tradizionale. Il fatto che non lasci segni visibili sulla pelle non significa che non provochi dolore. Le offese, le umiliazioni pubbliche e le molestie online possono lasciare ferite profonde, invisibili e durature. Si tratta, infatti, di una forma di aggressione intenzionale esercitata attraverso strumenti digitali come social network, app di messaggistica, e-mail o piattaforme di gaming. A renderlo ancora più insidioso del bullismo fisico è la sua costante reperibilità: può avvenire in qualsiasi momento del giorno o della notte, spesso in forma anonima, rendendo difficile per la vittima difendersi o chiedere aiuto.
Tra i comportamenti più comuni si trovano insulti, minacce, diffusione di contenuti imbarazzanti, esclusione dai gruppi digitali e persino furto d’identità. In Italia, secondo l’ISTAT, circa il 22% degli adolescenti ha dichiarato di aver subito almeno un episodio di cyberbullismo, con un’incidenza particolarmente alta tra le ragazze nella fascia 11-17 anni (21,1%).
Capire per proteggersi: consigli contro il cyberbullismo
A livello globale, l’UNICEF stima che un adolescente su tre sia stato vittima di comportamenti offensivi online. Le conseguenze psicologiche possono essere molto gravi: ansia, isolamento, depressione e, nei casi più estremi, comportamenti autolesivi. Per questo è essenziale saper riconoscere i segnali del cyberbullismo e adottare strategie efficaci per prevenirlo.
Parlare e chiedere aiuto: è fondamentale non rimanere in silenzio. Condividere l’accaduto con un adulto di fiducia può fare la differenza.
Salvare le prove e segnalare: conservare messaggi, immagini o screenshot per denunciare l’episodio o segnalarlo alle piattaforme digitali.
Bloccare e proteggersi online: usare le impostazioni di privacy, bloccare gli aggressori e segnalare i contenuti offensivi sono azioni efficaci e immediate.
In questo contesto, anche l’intelligenza artificiale utilizzate nelle scuole può offrire un valido supporto: può aiutare a individuare contenuti dannosi in tempo reale, monitorare comportamenti sospetti sulle piattaforme social e offrire assistenza automatizzata alle vittime, rendendo la rete un ambiente più sicuro.
Il ruolo dell’Italia nella lotta al cyberbullismo
In Italia si stanno mettendo in campo azioni concrete per prevenire e contrastare con efficacia il bullismo e il cyberbullismo. Con il decreto legislativo che attua la legge n. 70/2024, ad esempio, si intende rafforzare il ruolo educativo della scuola e il legame tra istituzioni, famiglie e studenti. Il provvedimento porta con sé novità importanti: un numero verde nazionale per le vittime, servizi di supporto psicologico e legale, formazione continua anche online, e l’obbligo per ogni scuola di istituire un team antibullismo e un tavolo permanente di ascolto e confronto. Le sanzioni non saranno più solo punitive, ma avranno un valore formativo: percorsi di buona condotta e attività di cittadinanza attiva aiuteranno gli studenti a riflettere e a crescere, promuovendo un uso più consapevole e responsabile del mondo digitale.
Tutte queste misure non mirano solo a contenere i comportamenti aggressivi, ma a ricostruire relazioni, favorire il dialogo e connettere davvero le persone, attraverso il rispetto, l’ascolto e la responsabilità condivisa.