“85 messaggi non letti”: una chat di gruppo può generare ansia? (Spoiler, sì.)

di Redazione 3 Dicembre 2024 •

Condividi articolo:

È bello parlare con gli amici, ma farlo nelle chat di gruppo può essere davvero stressante. C’entrano il sovraccarico sensoriale e la FOMO, elementi che rendono le conversazioni un’esperienza spesso opprimente.

Si avvicina Capodanno e, prima ancora di acquistare lo spumante da stappare, si aprono i gruppi WhatsApp per imbastire la serata.

Per alcuni, può essere un momento per interagire con gli amici e conoscerne di nuovi, proponendo location, menù e attività per rendere la festa indimenticabile.

Per altri, invece, si tratta di un momento di puro terrore, capace di far impallidire perfino Halloween. In un’era in cui possiamo rimanere tutti in contatto ventiquattro ore su ventiquattro, infatti, molti provano una forte ansia quando devono interagire nelle chat di gruppo, specialmente se partecipano persone che non conoscono.

quote

Considerando che le chat di gruppo implicano la comunicazione con diverse persone contemporaneamente, la paura del giudizio o del rifiuto può rendere qualcuno incline a sentirsi ansioso riguardo a ciò che gli altri membri del gruppo possono pensare di loro.

Sally Youdale, psicologa clinica

Facciamo quattro chiacchiere. Anzi, cinque, sei, mille….

156 notifiche, audio da 8 minuti e mezzo, l’amico che vuole fare il simpatico e quello che usa una GIF dopo ogni frase… le chat di gruppo possono davvero generare un forte stato di ansia, tanto che, secondo un’analisi condotta online da Prolific, il 75% delle persone è solita disattivare le notifiche quando viene inserita in un gruppo WhatsApp.

E non finisce qui: su un campione di 1005 persone, il 42% pensa che trascorrere il proprio tempo a rispondere alle chat sia come avere un lavoro part-time e il 62% ammette che, superati i 5 membri, le conversazioni nei gruppi diventano difficili da seguire e gestire.

Ma perché, una cosa così apparentemente innocua, può generare uno stato di ansia?

A dircelo è la psicologa clinica Sally Youdale, che ci parla di “sovraccarico sensoriale”, ovvero quella condizione in cui il cervello è investito da un eccesso di stimoli, come notifiche, suoni, immagini e richieste di attenzione.

Inoltre, non va sottovalutato il fatto che scrivere in una chat di gruppo rappresenta una forma di dialogo profondamente diversa da quella “faccia a faccia”, in cui il linguaggio del corpo e l’intonazione della voce aiutano a comprendere le intenzioni di chi comunica.

Rispondere o non rispondere? Questo è il dilemma.

Se molte persone, comunque, riescono a silenziare o a ignorare i continui messaggi in arrivo nelle chat di gruppo, altre si trovano invece in difficoltà. Una persona su cinque si sente obbligata a rispondere a ogni messaggio e il 34% percepisce di essere intrappolato in un ciclo continuo di performance.

Sembra assurdo, ma le chat di gruppo possono tirare fuori una forte dinamica competitiva, trasformando le conversazioni in una sorta di gara a chi è più simpatico o a chi dà la risposta più intelligente o arguta.

E poi c’è lei, la famosa FOMO (Fear of Missing Out). La paura di perdersi qualcosa è un fenomeno molto diffuso nelle chat di gruppo, perché quando non si è costantemente presenti, si ha l’impressione che gli altri stiano vivendo o condividendo momenti divertenti, interessanti o addirittura importanti dai quali si è esclusi.

Questa sensazione porta molte persone a controllare continuamente le notifiche, a scrollare le conversazioni per recuperare i messaggi persi, e a volte persino a rispondere a conversazioni che sono già "vecchie" solo per dimostrare di essere ancora parte del gruppo.

Secondo Catriona Davis-McCabe, presidente dell’APS (Australian Psychological Association), le chat di gruppo sembrano quasi progettate per far sentire gli utenti come se si stessero perdendo qualcosa se non sono costantemente coinvolti nella chat.

Ma quindi… come si può uscire da questo loop?

Ragazza in ansia al telefono

Parola d’ordine: sincerità

Che sia una chat di compleanno, di Capodanno o di qualsiasi altra festa, non dovremmo vergognarci di non voler partecipare a una conversazione con tante persone.

È vero che azioni drastiche, come uscire dal gruppo, potrebbero essere mal interpretate e dare l'impressione di voler respingere gli altri; tuttavia, esistono anche vie di mezzo.

Ad esempio, potremmo provare a essere sinceri: ammettere di avere troppi impegni e di non riuscire a seguire tutti i messaggi, oppure riconoscere semplicemente di non essere “tipi da chat”, persone che si sentono a proprio agio nello scrivere frequentemente.

Nel caso in cui si volesse comunque partecipare alla conversazione di gruppo, potrebbe essere utile darsi degli orari specifici per controllare i messaggi, evitando così di sentirsi sopraffatti dalle continue notifiche. Questo aiuterebbe a gestire meglio le interazioni, senza cedere all'impulso di controllare continuamente il telefono.

E se anche questi accorgimenti non dovessero funzionare, perché non proporre di discutere le questioni sollevate nel gruppo alla vecchia maniera, di persona? In fondo, guardarsi negli occhi è il modo migliore per evitare incomprensioni, rimanere connessi con le persone a cui teniamo e conoscerne di nuove.

Suggeriti per te