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Spiare è sempre sbagliato, e lo è ancora di più quando a farlo sono gli spyware, software malevoli progettati per rubare dati personali. Scopriamo cosa sono e come difenderci da questa minaccia informatica.

Negli ultimi tempi si sente parlare sempre più spesso di spyware, soprattutto in seguito a diversi attacchi informatici che hanno coinvolto giornalisti italiani, tra cui alcuni della testata onlineFanpage.

Ma che cos'è esattamente lo spyware e perché rappresenta una minaccia così seria?

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Spiare un soggetto ha una duplice funzione: da una parte sapere cosa fa e dice in tempo reale con tutte le persone con le quali si relaziona. Dall’altra è utile a raccogliere informazioni da usare in un secondo momento.

Ciro Pellegrino, Giornalista professionista di Fanpage.it

La minaccia invisibile: che cos’è uno spyware

Lo spyware (il cui significato può essere tradotto come software spia) è un tipo di programma malevolo progettato per raccogliere informazioni personali dagli utenti senza il loro consenso. Una volta installato su un dispositivo, può monitorare attività online, registrare tasti premuti, accedere a microfono e fotocamera e trasmettere dati sensibili a terzi.

Esistono diversi tipi di spyware, ognuno con funzionalità specifiche: i keylogger registrano tutto ciò che viene digitato; gli adware tracciano le abitudini di navigazione per inviare pubblicità mirate; i trojan si mascherano da programmi legittimi per infettare il sistema. Altri, più sofisticati, come gli spyware usati in operazioni di spionaggio, possono controllare da remoto un intero dispositivo. Questo tipo di minaccia rappresenta un grave rischio per la privacy e la sicurezza e, in alcuni casi, riesce perfino ad aggirare la crittografia end-to-end.

Lo scopo degli spyware è semplice: infiltrarsi in un dispositivo attraverso l’installazione di un'applicazione, un sito web dannoso o un allegato di file, per monitorare e acquisire i dati dell’utente. Rubano credenziali, informazioni di accesso e password, per poi venderle a terzi, spesso anche nel dark web.

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Spyware e libertà di stampa: tra righe di codice e righe di giornale

Gli spyware non rappresentano una minaccia riservata esclusivamente agli utenti comuni e la loro privacy, ma colpiscono in modo particolare figure come giornalisti e attivisti, con l’obiettivo di sorvegliarli e raccogliere informazioni sensibili. Un caso emblematico si è verificato nell’aprile 2025, quando Apple ha avvisato centinaia di utenti iPhone in oltre 100 Paesi del mondo della possibile esposizione a uno spyware mercenario: si tratta di strumenti di sorveglianza altamente sofisticati, generalmente venduti a governi e agenzie per effettuare monitoraggi mirati su individui specifici.

Le notifiche sono state inviate tramite email, iMessage e direttamente attraverso la pagina di accesso dell’account Apple, segnalando ai destinatari di essere stati potenzialmente presi di mira come “bersagli di alto profilo” da parte di entità esterne.

Il giornalista di Fanpage.it  Ciro Pellegrino e la giornalista politica olandese Eva Vlaardingerbroek sono tra coloro che hanno scelto di rendere pubblico l’avviso ricevuto da Apple, per mettere sotto i riflettori l’importanza del dibattito sulla sicurezza digitale e sulla tutela della libertà di stampa e di espressione.

Sopravvivenza digitale: come difendersi dagli spyware

Ma c’è un modo per difendersi dalla minaccia degli spyware? In effetti, sì, ma è fondamentale adottare alcune precauzioni specifiche, come mantenere sempre aggiornato il proprio dispositivo con le versioni più recenti del sistema operativo, in modo da correggere tempestivamente eventuali vulnerabilità. È inoltre consigliabile attivare, se disponibili, modalità avanzate di protezione che limitano le funzionalità potenzialmente sfruttabili dagli attacchi informatici. L'uso di codici di accesso robusti, l’attivazione della verifica in due passaggi e la massima cautela nell'aprire link o allegati sospetti ricevuti via messaggi o email rappresentano comportamenti essenziali per la sicurezza digitale.

Solo tutelando i nostri spazi digitali, infatti, possiamo continuare a connetterci tra di noi con fiducia e libertà.

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