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Il 26 agosto 1972 la Rai effettuò le prime trasmissioni sperimentali a colori sui suoi canali. Oggi, cinquantun anni dopo, ricordiamo quella data storica insieme a Rolling Stone, con una rassegna dei momenti televisivi più iconici dell’era del colore.

Era il 26 agosto 1972, una sera come le altre. Le famiglie italiane si stavano radunando attorno allo schermo della televisione per qualche ora di intrattenimento come tutte le altre. Quello che non sapevano è che, no, non era una data qualunque. Le trasmissioni della Rai sarebbero state aperte con il saluto della “signorina buonasera” Rosanna Baudetti, per la prima volta a colori. Il 26 agosto 1972 cominciarono le trasmissioni sperimentali a colori della Rai. E, anche se negli Anni Settanta la TV era ancora un lusso per molti, altrettanti si ricordano quel momento alla perfezione, intriso di stupore e di innovazione. Fu come una seconda nascita del cinema, ma, invece che un treno in movimento, gli spettatori poterono vedere qualcosa di molto più comune, eppure straordinario: i colori che li accompagnavano nella vita reale, per la prima volta in Italia sul piccolo schermo nazionale.

Da lì, il nostro rapporto con la televisione è stato complicato, carosello di odi et amo, ammirazione e disillusione. Quello che è certo, però, è che l’era del colore segnava anche un nuovo passo per la televisione italiana, che si avvicinava sempre di più al diventare mezzo non solo di comunicazione, ma anche di intrattenimento di massa. Un compagno, a volte un figlio d’incomodo in molti ménage casalinghi

quote

Nulla come una videocassetta – o una trasmissione televisiva – ha il potere di costruire un dialogo immediato, persino ipnotico, con chi la guarda.

David Foster Wallace, Infinite Jest

Per celebrare l’inizio delle trasmissioni sperimentali a colori da parte della Rai, 51 anni fa, e ricordarci perché la televisione ci piace così tanto, passiamo in rassegna i momenti migliori, italiani e internazionali, che abbiamo condiviso uniti, o a distanza, ma sempre attraverso il piccolo schermo. Perché questo è lo spirito originario con cui è nata la TV: unirci, e legarci nel profondo. Sicuro ti si sbloccherà ben più di un ricordo!

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Bugo abbandona il palco dell’Ariston

Festival di Sanremo, 2020. La musica si ferma sul palco dell’Ariston, Morgan si guarda attorno spaesato e pronuncia due sole parole, catapultate istantaneamente nella storia dei meme e della TV italiana: «Che succede?» Sì, stiamo parlando proprio di loro, la coppia che scoppia della musica tricolore: Bugo e Morgan, che omaggiarono gli spettatori di uno screzio in diretta in stile vecchia scuola. Morgan attacca il testo della canzone Sincero, modificandolo per punzecchiare personalmente il compagno di palco. Bugo lascia il palco dopo pochi secondi, e il resto è storia.

Telefonata dei fratelli Capone a Tira & Molla

«Pronto? Sono Antonio». Si apre così la telefonata delle telefonate: quella dei fratelli Capone a Tira & Molla, game show condotto da Paolo Bonolis su Canale 5, in onda tra il 1996 e il 1998. I fratelli avrebbero solo dovuto rispondere a un paio di domande per provare ad aggiudicarsi il titolo di campioni della serata – invece, la loro partecipazione in diretta (e per di più non preparata, si crede) è subito più surreale di un film di David Lynch, tra elefanti, pastori sardi, e un Paolo Bonolis paonazzo dalle risate. Se non sapete di che cosa stiamo parlando, recuperate il video immediatamente.

Sta a Padova l’Islanda

Vicenza non è esattamente la prima meta turistica d’Italia. Ma non la pensa così Giulio, il bambino biondissimo e vicentino che, al 37° Zecchino d’Oro, pronunciò alcune delle frasi più epiche mai sentite in diretta TV: Vicenza sarebbe bella perché ci sono i sassi e i coriandoli, tantissimi coriandoli. Ma non andateci da Bologna, perché la strada è semplicemente infinita, secondo Giulio. Un’ultima chicca: secondo il piccolo, Padova sarebbe ancora più lontana di Bologna, praticamente di fianco all’Islanda.

La premiazione di Roberto Benigni agli Oscar

Oscar 1999, premiazione del Miglior Film Straniero. A presentare il premio è la divina, Sophia Loren. Quando apre la busta, è una fontana di gioia: chiama l’amico Roberto Benigni sul palco, e l’Oscar viene assegnato a La vita è bella. Ma è solo l’inizio. Perché Benigni non poteva non citare Dante, dedicare la vittoria al suo “amor che move il sole e l’altre stelle” Nicoletta Braschi, e lanciarsi in un confuso, ma allo stesso tempo precisissimo, discorso da italiano all’estero emozionato. La conclusione perfetta per una notte perfetta.

Il primo moonwalk della storia

Non è lo sbarco sulla Luna, ma il nome potrebbe ingannare. E in effetti, la iconica camminata di Michael Jackson è ispirata al movimento in assenza di gravità. Una magia, che si realizza per la prima volta il 16 maggio 1983, in occasione delle celebrazioni per i 25 anni della storica casa discografica Motown. Per quanto sia pacifico che Jackson non fu l’inventore, nei fatti, del moonwalk, la mossa diventa subito il suo marchio di fabbrica, ispirando generazioni di fan e facendo fare, a molti di noi, ben più di una figuraccia durante le feste in famiglia.

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