Diversity&Inclusion per una società consapevole, parla Sumi

di Redazione 27 Gennaio 2023 •

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La strada verso l’inclusività passa anche attraverso i social. Parola di Sumi, Creator of Tomorrow che sul web combatte in prima linea contro i pregiudizi. Le sue armi?

L’informazione e il coraggio di essere sé stessa.

Nome arabo, accento italiano” dice la sua bio Instagram. Sì, perché Sumaia, modenese nata da genitori di origine marocchina, è un meraviglioso incontro di culture che fanno di lei la portavoce dell’Italia di oggi. Digital creator, editor e divulgatrice, unisce la sua passione per il mondo della moda alla necessità di portare alla luce temi delicati e urgenti come quello dell'inclusività.

Difficile scegliere le parole giuste per presentarla: sui social si racconta benissimo da sé creando un’auto-narrazione del suo personaggio tramite le cause per cui si batte.  L’accettazione di sé, l’inclusività e la celebrazione delle diversità come risorsa sono gli argomenti che affronta egregiamente sui social, tanto che – insieme alle sue spiccate doti comunicative – le sono valsi la nomina di “Creator of Tomorrow” da parte di Meta stesso.

Non è un'eroina ma una ragazza come le altre che ha saputo trasformare una laurea in lingue e una specializzazione in giornalismo in una carriera non del tutto convenzionale. Con Sumi, co-protagonista del nuovo spot tv di CoopVoce, abbiamo parlato di pregiudizi, identità e connessione e di come ad oggi, ufficialmente diventata paladina della GenZ, dia voce a chi, la propria voce, ancora non ha il coraggio (o la possibilità) di liberarla.

1. Sei tra i 10 “Devo dire che è stato del tutto inaspettato, quando ho appreso la notizia ero davvero entusiasta. Credo che non esista qualcosa di paragonabile al ricevere un riconoscimento dalla stessa piattaforma su cui pubblichi i tuoi contenuti, soprattutto se come nel mio caso ti vede parte integrante del suo futuro.”

 

2. Costruire il mondo di domani: quanto conta liberare la propria voce?​

 

“Conta moltissimo, credo che ci stiamo rendendo sempre più conto di come abbiamo bisogno di parlare tra di noi, e non degli altri, se vogliamo costruire un mondo migliore e che ci stia meno stretto di questo. In un modo o nell’altro, penso in particolare grazie a internet, stiamo iniziando a farlo.”

 

3. Online affronti i pregiudizi. Quali domande ricevi più spesso?

 

La maggior parte delle domande che ricevo sono un riflesso di una narrazione mediatica dominante che punta i riflettori su chi, a me piace dire mi assomiglia, solo quando succedono fatti di cronaca gravissimi, generando una percezione generale che ha dell’assurdo. Perciò trovo moltissime persone incredule nei miei DM.”

4. Minoranze e discriminazione. Come eliminare i pregiudizi più radicati?​

“Non credo esista una risposta giusta o sbagliata a questa domanda. Lo capiremo con il tempo; una cosa, tuttavia, di cui sono convinta è che a scuola bisogna fare di più. Servono docenti più preparati e soprattutto ridefinire come si insegna una materia fondamentale come la storia e le priorità che si danno a certi periodi storici. Mi spiego meglio: oggi giorno non credo abbia così tanto senso passare un intero anno scolastico a imparare a memoria tutti i nomi degli imperatori dell’Antica Roma, per poi sapere pochissimo sulla storia più recente, quella che condiziona più da vicino il nostro presente perché non c’è stato tempo per finire il programma.”

5. In una parola, come esprimeresti il concetto di connessione? ​

“La parola che sceglierei è: dinamico. Dinamico perché vedo la mia fetta di rete come uno spazio sia per me che per gli altri e più di tutto è, era e sarà la mia finestra sul mondo. Ma non solo: lo vedo come in continuo divenire, esattamente come vedo me stessa."

 

 

 

 

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