Il glossario LGBT+ (tutte le parole arcobaleno spiegate bene)

di Redazione 17 Maggio 2022 •

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Facciamo chiarezza sui termini e gli acronimi più utilizzati nell’ambito della comunicazione LGBT+.

Il 17 maggio 1990 è una data storica per la comunità LGBT+. Quel giorno, l’OMS rimuoveva l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali, nella classificazione internazionale delle malattie, determinando quello che tutti oggi sappiamo, ovvero che l’orientamento sessuale fa semplicemente parte dell’identità di ognuno di noi.

In memoria di ciò, dal 2007, ogni anno, in Europa si celebra la Giornata Internazionale contro l’Omofobia, la Bifobia e la Transfobia, quale momento di riflessione e azione per denunciare e lottare contro ogni violenza fisica, morale o simbolica legata all’orientamento sessuale.

Già, perché le discriminazioni di genere sono ancora ben radicate nella nostra cultura. Il 53% delle persone gay, lesbiche, bisessuali e transgender di 27 Paesi Europei (più Regno Unito, Serbia e Macedonia del Nord) ancora non si dichiara. Uno su tre dice di evitare alcuni luoghi per paura di essere insultato. La maggioranza degli individui, vittime di minacce a causa della loro identità di genere, non denunciano e non si sentono sicure in strada, nei luoghi di lavoro, sui mezzi pubblici, nei negozi e anche in rete.

Una cosa è chiara: la tutela dei diritti per le persone LGBT+ passa anche attraverso le parole.

quote

È il linguaggio verbale a dare ordine al mondo in cui viviamo, il modo in cui chiamiamo le cose, incluse le persone. Letteralmente, l’atto di dare un nome. Nominare è non solo utile, ma necessario per orientarci nell’ambiente liquido in cui siamo immersi, soprattutto quando incontriamo qualcosa di diverso o, semplicemente, di nuovo.

Cosa significa l’acronimo LGBTQIA+

Ogni parola racchiude una storia, se poi parliamo di un acronimo come LGBTQIA+ si spalancano le porte di un intero universo.

Quante volte abbiamo sentito parlare di LGBTQIA+? E quante, invece, abbiamo approfondito davvero il suo significato? Non ci sono scuse, soprattutto da quando questo acronimo è entrato a far parte dell'Enciclopedia Treccani! Le ragioni sono tante, ma in primis il bisogno di far chiarezza sul suo reale significato.

Essendo un acronimo, ciascuna delle sue lettere (incluso il +) è l'abbreviazione di altrettante parole: Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender (o Transessuali), Queer, Intersessuali e Asessuali. Il + finale sta a segnalare come l’elenco possa proseguire con infinite espressioni del genere e della sessualità. Gender fluid, gender queer, gender creative, non-binarie, ecc.

I 6+ colori dell’arcobaleno

L’Ordine degli Psicologi della Lombardia ha pubblicato recentemente una rainbow map, per diffondere un linguaggio scientifico e di uso comune relativo alle identità sessuali. Mappa arcobaleno? In parole povere, una sorta di glossario che si pone l’obiettivo fare cultura e conoscenza.

Le definizioni contenute al suo interno sono più di 110. Da coming out a omosessualità, passando per dead-naming e non-binary. Oltre che spiegazioni dettagliate delle differenze fra espressioni come orientamento sessuale e identità di genere. Noi oggi abbiamo selezionato dal glossario le 6 definizioni base delle parole da conoscere (per forza), per poter parlare in modo informato e consapevole.

6 come i colori della bandiera arcobaleno della comunità LGBT+! 🏳️‍🌈

  • Lesbica: Persona di genere femminile che prova attrazione sessuale e affettiva prevalentemente o esclusivamente per un’altra persona di genere femminile.

  • Gay: Persona di genere maschile che prova attrazione sessuale e affettiva prevalentemente o esclusivamente per un’altra persona di genere maschile.

  • Bisessuale: Persona di genere femminile o maschile che prova attrazione sessuale e affettiva prevalentemente o esclusivamente per altre persone di genere femminile e maschile.

  • Transgender: Un termine ombrello che comprende tutte quelle persone la cui identità di genere e/o la cui espressione di genere differisce dalle aspettative culturali normalmente assegnate al loro sesso di nascita. La definizione non va confusa con quella di transessuale che, invece, viene preferita da alcune di quelle persone che hanno cambiato - o intendono cambiare - i propri corpi con diverse metodologie mediche.

  • Intersessuale: Termine utilizzato per descrivere quelle persone che differiscono dai due pattern che ci si aspetterebbe di trovare nelle caratteristiche legate al maschile o al femminile per quanto riguarda cromosomi, ormoni, organi sessuali interni e genitali.

  • Asessuale: Termine con cui ci si riferisce a una persona che non prova attrazione nei confronti di altre persone.

E tu, sì tu, che pensi già di sapere queste cose. Un ripassino non fa mai male.

Many multicolored letters in shape of road. Reading, studying at school.

Come essere un buon alleato LGBT+?

Vuoi essere un vero ally? Dall’inglese alleato, indica una persona eterosessuale e cisgender che supporta la comunità LGBT+ e che si adopera per mettere fine alle diseguaglianze delle minoranze sessuali. Mmh, forse ti abbiamo perso al cisgender (il contrario del temine transgender): spesso lo trovi abbreviato in “cis”, descrive quelle persone nelle quali il sesso assegnato alla nascita e l’identità di genere coincidono.

L’importante è non fare misgendering, ovvero utilizzare i pronomi legati al sesso attribuito alla nascita di una persona transessuale, transgender o non-binary (quelle persone che non si identificano esclusivamente come uomo o come donna) senza il suo consenso. Sebbene spesso non venga fatto intenzionalmente, il deliberato ricorso al misgendering (così come al dead-naming) è una forma di violenza e di negazione dell’identità di genere di una persona non cisgender.

È possibile che tu commetta degli errori mentre conosci meglio la comunità arcobaleno. Non è un problema, va benissimo così. Se sbagli e te lo fanno notare, accetta le critiche. Evita di scusarti o metterti sulla difensiva. Chiedi, piuttosto, di spiegarti meglio. Più ti dimostrerai aperto alle osservazioni e ai consigli, più sarà facile imparare a comunicare in modo efficace e diventare un buon ally LGBT.

Il peso delle parole

Tutti noi, durante il percorso di crescita, impariamo a fare nostri diversi tipi di linguaggio: il linguaggio verbale (le parole, la punteggiatura, la grammatica), quello non verbale (i gesti, gli sguardi, gli atteggiamenti), i linguaggi visivi, musicali, e così via. L’aspetto più interessante di tutti i linguaggi è quello che possono essere modificati, evolvendo nel corso del tempo, adeguandosi alle nostre esperienze.

Avere a disposizione una molteplicità di parole, immagini e gesti significa essere in grado di orientarsi nel mondo con meno diffidenza e paura delle differenze e novità che incontriamo durante il percorso.

Solo così potremo evitare di cadere in luoghi comuni, discorsi e comportamenti discriminatori, dovuti proprio alla paura di ciò che è nuovo, sconosciuto o “mai visto e sentito”

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