Ne usciremo migliori. Quante volte ce lo siamo sentiti ripetere, durante il lockdown. Quante volte ci abbiamo creduto e quante volte, invece, no. Che la pandemia ci abbia cambiato è indubbio. In negativo, sotto molti punti di vista. In positivo, per altri versi.
Come tutti i periodi di crisi, anche quello trascorso in lockdown ha fatto vacillare ogni certezza ma ha anche aperto le porte a nuove consapevolezze.
L’emergenza sanitaria ha cambiato radicalmente la situazione socioeconomica del nostro Paese e, tra le altre cose, ha dato una spinta alla propensione degli italiani a donare.
La donazione è uno dei pochi atti che fa sentire i cittadini partecipi in uno sforzo comune, offrendo loro la possibilità di sentirsi parte di una comunità.
Giulia Frangione, fondatrice e amministratrice di Italia non profit
Quel che resta del lockdown
Il periodo di clausura forzato che abbiamo vissuto durante il 2020 è stato difficile per tutti. Nonostante le attività sportive improvvisate in salotto, le sessioni di yoga sul balcone e le cene a base di pizza fatta in casa, il lockdown ha messo a dura prova la salute mentale degli italiani.
L’emergenza sanitaria è stata e rimarrà un pezzo di Storia che ha cambiato abitudini, contesto economico, sociale e psicologico di chi l’ha vissuto. Un’esperienza traumatica. Diciamolo pure.
Come tutti i traumi però, ciò che la pandemia porta con sé è un cambiamento. Così come è cambiata l’attitudine al viaggio, al lavoro e al tempo libero, a subire una trasformazione è stato anche l’insieme dei valori degli italiani. Tra questi, la generosità.
Quanto donano gli italiani? Generosità in dati
Forse sorprendentemente, ne siamo usciti migliori. Almeno, per quanto riguarda la generosità. Ebbene sì, la pandemia ha avuto un effetto positivo sulla propensione al dono dei nostri connazionali.
A dirlo sono proprio loro, i dati raccolti dal Comitato Testamento Solidale nella survey “Gli italiani e la solidarietà ai tempi del Coronavirus.
A quanto pare, nel 2021 il 70% degli italiani ha fatto almeno una donazione a un ente benefico e tra il 2020 e il 2021, il 13% degli italiani ha scelto una onlus per sostenere la lotta all’emergenza Covid-19. Più del doppio rispetto all’anno precedente, in cui la percentuale era pari al 6%.
Dal presente al futuro. Quali sono le cause che gli italiani vorranno continuare a sostenere? La ricerca medico scientifica; il sostegno alle persone bisognose; il contributo contro fame e povertà nel mondo; la protezione animali; l’assistenza ai malati; le emergenze umanitarie.
Sembra proprio che il periodo di isolamento abbia acceso tra gli italiani il bisogno di donare. Una nuova consapevolezza nei confronti degli altri che probabilmente deriva proprio dalla solitudine.
Lo stop al lavoro, alla socialità, l’incertezza generale dal punto di vista economico e psicologico. La risposta degli italiani è stata inaspettatamente rivolta all’altro.
In lockdown abbiamo riscoperto il valore della connessione. Che, badate bene, non può essere solo virtuale. Ci è mancato il contatto con l’altro. Il contatto diretto e naturale. Abbiamo imparato a non dare per scontato ciò che ci è stato tolto improvvisamente. E così, probabilmente, abbiamo scoperto un nuovo modo per sentirci tutti interconnessi, tutti co-partecipi contro un nemico comune.
Tutto sommato, “ne siamo usciti diversi”, sì. Forse anche migliori. In fin dei conti, dipende anche da come decideremo di agire in futuro.