A questo proposito, è utile recuperare la nozione di phàrmakon, vox media che indica al tempo stesso veleno e rimedio. Il digitale è allo stesso tempo un veleno e un rimedio per una serie di interrogativi e necessità umane, dunque, educare al digitale significa accompagnare nel riconoscerne le potenzialità di tossicità e cura.
Questo approccio è stato al centro della seconda edizione di “Note per crescere”, l’evento organizzato da Zecchino d’Oro con CoopVoce per promuovere l’educazione al digitale a cui abbiamo partecipato lo scorso 26 febbraio con Silvia Grassi, Marinella Oliva e Laura Alaimo di Parole o Stili.
Il messaggio fondamentale che l’evento ha voluto trasmettere è che il digitale rappresenta un’abitudine quotidiana a cui ci si avvicina in età sempre più precoce, e che spesso gli adulti non riescono ad accompagnare i giovani nella scoperta, trovando un equilibrio tra limitazioni all’uso e acquisizione delle competenze. Tale equilibrio è possibile solo tenendo insieme la consapevolezza sulle sue insidie e la meraviglia di ciò che attraverso la tecnologia è possibile scoprire, creare e conoscere.