5 fake news sul Natale (a cui tutti abbiamo sempre creduto)

di Redazione 20 Dicembre 2023 •

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“Babbo Natale non esiste” e altre sconvolgenti verità: tra mito e realtà, cosa c’è dietro alle leggende natalizie?

Ah, il Natale… la festa più magica dell’anno, amata da grandi e piccini. Il periodo in cui siamo tutti più buoni, ci scambiamo i regali a vicenda, e viviamo di riti e tradizioni.
Sono proprio quelle a cui ci aggrappiamo: le tradizioni. Avvolte da un alone di sacralità, sono per noi una sicurezza, tramandandosi di generazione in generazione e rappresentando, in fondo, una certezza.

Vale lo stesso per tutte quelle storie e leggende che aleggiano attorno alle Feste Natalizie e che portiamo con noi fin da quando siamo bambini, quasi senza domandarci quale sia la loro origine. Ma quanto, di ciò che crediamo sul Natale, è realmente radicato nella storia?

In un'epoca in cui le "fake news" trovano terreno fertile, diventa essenziale distinguere la realtà dalla finzione, anche quando si tratta di tradizioni tanto care.

Quindi, ecco le 5 fake news sul Natale

1. La data controversa

25 dicembre. Una data impressa nelle nostre menti, scolpita nella pietra. Quando si è piccoli la si aspetta contando i giorni sul Calendario dell’Avvento, cioccolatino dopo cioccolatino. Quando si è grandi diventa lo spartiacque sull’agenda: “Certo che ce lo prendiamo un caffè, facciamo passare Natale e poi ci sentiamo”; “Dobbiamo assolutamente vederci prima delle Feste!” o anche “Se non ci vediamo più, buone Feste!”.

Eppure, la scelta di questa data non è tanto un fatto storico quanto più un retaggio di antiche tradizioni e decisioni storico-religiose. Infatti, gli studiosi di religione e gli storici hanno a lungo dibattuto sulle effettive origini di questa data. Alcuni suggeriscono che la scelta del 25 dicembre sia da ricondurre a festività pagane, mirando a facilitare la transizione delle popolazioni pagane al cristianesimo. Un’operazione di marketing piuttosto riuscita, insomma. Altri, invece, sostengono che questa data fosse stata scelta simbolicamente per rappresentare la "luce" che entra nel mondo con la nascita di Cristo, in un periodo dell'anno in cui le giornate iniziano ad allungarsi dopo il solstizio d'inverno.

La verità? È che non esistono prove concrete che indichino la nascita di Gesù il 25 dicembre: questa data è piuttosto il risultato di una complessa stratificazione di credenze, tradizioni e decisioni storiche che, nel corso dei secoli, hanno plasmato il Natale così come lo conosciamo oggi.

2. Attenti a quei tre: chi erano davvero i Re Magi?

Chi non se li ricorda? Quelle tre statuette del presepe che, con le loro tuniche colorate, vagano per tutte le stanze della casa prima di entrare nel vivo del presepe a consegnare i propri doni. Ecco, la loro vera natura è oggetto di numerose interpretazioni e dibattiti. Secondo alcuni studiosi, i Magi erano in realtà astrologi o sacerdoti persiani, esperti nell'interpretazione dei cieli, un'ipotesi che si basa sulla loro descrizione biblica come "magi", termine usato per indicare gli studiosi di stelle nel mondo antico.

Questa narrazione si è evoluta nel tempo, arricchendosi di dettagli e simbolismi, come la diversa provenienza dei re per simboleggiare l'universalità del messaggio cristiano. Anche la storia dei Re Magi, dunque, si configura più come un ricco tessuto di miti e simboli religiosi, piuttosto che un resoconto storico dettagliato.

quote

Se gli adulti hanno mentito su Babbo Natale, anche se con buone intenzioni, allora che cos’altro è una menzogna?

Christofer Boule e Kathy McKay, “A wonderful lie”, 2016

vestito babbo natale

3. Babbo Natale? Una geniale strategia di marketing

Abito rosso, barba folta e bianca, sacco di pelle pieno di doni. È lui o non è lui? Non c’è neanche bisogno di nominarlo per capire di chi stiamo parlando. Babbo Natale è senza dubbio il simbolo universale del Natale contemporaneo. Tuttavia, la sua immagine attuale è il frutto di una lunga evoluzione storica, influenzata in modo significativo dalla pubblicità e dal marketing nel XX secolo.

Originariamente ispirato a San Nicola, un vescovo del IV secolo noto per la sua generosità verso i bambini, Babbo Natale ha attraversato diverse trasformazioni culturali. La sua immagine è stata plasmata da varie tradizioni europee e americane, assumendo diverse forme e nomi. Il punto di svolta avviene negli anni '30, quando una famosa campagna pubblicitaria raffigura Babbo Natale con un abito rosso, colore aziendale, consolidando così l'immagine moderna di questa figura. 

4. “A Natale siamo tutti più felici” e altre favole che ci hanno raccontato

Che a Natale siamo tutti più buoni ce lo hanno inculcato a furia di pubblicità e film americani. In realtà, quello delle feste, per molti non è il periodo più felice dell’anno.

Si chiama Christmas Blues ed è una sorta di “malinconia natalizia” che si accende all’accendersi delle luci e degli addobbi. La gioia e lo stupore lasciano spazio a sintomi come stati d’ansia e di tristezza che non si discostano di molto da quelli della DAS.
Ma non si tratta solo di meteoropatia: la narrazione del Natale in cui tutte le famiglie sono felici e si riuniscono attorno al camino per lo scambio di doni, per molti può essere davvero difficile da fruire

5. Babbo Natale, ancora lui: una bugia non tanto bianca

Ah, quel momento epico in cui scopri che Babbo Natale è un'abile finzione dei tuoi genitori - un rito di passaggio quasi universale. Secondo un divertente studio di Christofer Boule e Kathy McKay, pubblicato sulla rivista Lancet Psychiatry, sembra che questo piccolo inganno natalizio possa lasciare qualche cicatrice emotiva.

Sì, quella stessa bugia innocente, confezionata ad hoc per diffondere la magia del Natale, potrebbe inavvertitamente sgretolare un po' la fiducia nel rapporto bambino-genitore.

Sorpresa! Babbo Natale non esiste, e la pedagogia ha qualcosa da dire al riguardo.

Alcune più sconvolgenti di altre, queste “bufale” sul Natale possono aprirci gli occhi su una questione importante. La tradizione non è qualcosa di puro e incontaminato. Le storie a cui siamo così legati, quelle a cui crediamo incondizionatamente per anni e che riteniamo profondamente collegate al nostro senso di identità, non sono poi così “autentiche”. A volte le storie fanno giri immensi, assorbendo dettagli da culture, credenze diverse e background storici differenti. A dimostrazione del fatto che, ancora una volta, a discapito delle differenze, siamo tutti inter-connessi.

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