Ci siamo: è ufficialmente iniziato Eurovision 2022. L’ultima volta nel nostro paese è stata più di 30 anni fa, nel 1991, con la conduzione di Gigliola Cinquetti e Toto Cutugno.
Serviva la vittoria dei Måneskin per riportare il contest in Italia, questa volta a Torino. Ma più che contest, Eurovision è festa collettiva, un rito pagano inclusivo capace di mettere in connessione popoli, sensibilità e culture distanti solo in apparenza. 40 artisti provenienti da altrettante nazioni si ritrovano insieme sotto il cielo della Mole.
L’edizione di Torino 2022 e il grande evento diffuso
Nell’arco di 28 settimane, quelle che la città ha avuto a disposizione per attrezzarsi, Torino ha lavorato duramente: la location scelta è il Pala Olimpico, che per l’occasione ospiterà un palco speciale, sviluppato attorno al concetto “The Sound of Beauty”, claim di questa edizione. Uno slogan essenziale ma denso di significato, dominato da 3 elementi: il sole, rappresentato sul fondale da una macchina cinetica, l’acqua, simboleggiata da una piscina, e la natura, evocata da un giardino all’italiana.
Sin dall’inizio, però, nella convinzione che l’esperienza di Eurovision 2022 debba estendersi anche al di fuori del palazzetto, la città ha inteso la manifestazione come un grande evento diffuso, capace di connettere nazioni, persone, luoghi. Per riuscire nell’impresa, il Parco del Valentino, uno dei luoghi simbolo di Torino, è stato trasformato nell’Eurovision Village: uno spazio aperto a tutti, gratuito, progettato a misura di giovani e famiglie e dedicato a coloro che vorranno vivere l’atmosfera del grande evento senza raggiungere il palazzetto. Sui grandi schermi sarà infatti possibile assistere alle dirette delle semifinali e della finalissima di Eurovision Song Contest. Ma pure la Reggia di Venaria, dove è stato inaugurato l’evento con il Turquoise Carpet domenica 8. C’eravamo anche noi, tra acconciature e outfit che a Torino, di certo, non si vedono tutti i giorni.
Ftour
La prima serata di Eurovision Song Contest 2022 ci ha lasciato in eredità qualche certezza. Ad esempio, siamo più consapevoli che mai dell'energia positiva che la musica elettronica "Made in Italy" è capace di generare. Vedere i 18.500 spettatori del Pala Olimpico di Torino scatenarsi durante il dj set in cui Dardust, Benny Benassi e Sophie & The Giants hanno tributato mezzo secolo di house nostrana, è stato uno spettacolo nello spettacolo, e soprattutto la conferma che questa tradizione, così ricca e stratificata nel tempo, merita di essere preservata e incentivata a dovere.
Ma, nell’attesa dell’esibizione nella seconda semifinale di Mahmood e Blanco, c’è stato spazio anche per l’altra musica italiana: quella che trionfa a Sanremo e poi arriva di diritto sul palco “continentale”. Diodato con la sua Fai rumore, che ha trionfato all’Ariston nel 2020, è arrivato da guest, essendo stato l’Eurovision sospeso nell’annata pandemica. Con una performance insieme toccante e spettacolare, ha riscattato alla grande quell’occasione purtroppo mancata.
Un voto estremamente positivo lo meritano anche Laura Pausini, Alessandro Cattelan e Mika: i conduttori si sono dimostrati all'altezza di un appuntamento così importante (Eurovision è l'evento non sportivo più seguito al mondo: riesce a intercettare, in media, 600 milioni di spettatori), gestendo il palco con la naturalezza e professionalità, e ritagliandosi – Laura e Mika – anche un minuto di omaggio a Raffaella Carrà.
Un plauso anche alla durata dello show, talmente "breve" - o almeno per una televisione dai tempi biblici come la nostra - da riuscire nell'impresa di sconvolgere la grammatica televisiva italiana e tutte le sue liturgie (spoiler: si può fare un discreto lavoro anche senza tutti gli ospiti, i super ospiti e tutti i piccoli spazi pubblicità del caso). Uno show secco, di due ore appena, senza pubblicità (non troppa), che quando finisce dici: «Ma come, di già?!».
Plot twist per Achille Lauro
La seconda serata di Eurovision 2022 finisce con un colpo di scena: dopo aver giocato di strategia, staccando il pass per il Pala Olimpico a “Una voce per San Marino”, Achille Lauro sembrava viaggiare a vele spianate verso la finale, e invece no: la sua “Stripper” non ha convinto il pubblico a casa, provocando un'eliminazione clamorosa.
Al netto del colpo di scena, il secondo atto di Eurovision ha regalato dei momenti da ricordare, ulteriore dimostrazione dell’ottimo lavoro svolto dal trio scelto per la conduzione.
Largo spazio alle citazioni, dal tributo a “It” di Stephen King - targato The Rasmus - all’omaggio che Laura Pausini ha voluto dedicare al Festival di Sanremo, la manifestazione che ha dato lo slancio definitivo alla sua carriera. Attendiamo la finale di sabato, consci del fatto che, citando Malgioglio, «Ci sarà il fuoco bollente».
L’Ucraina vince con Kalush Orchestra
Ricorderemo il "gran finale" di Eurovision 2022 per una serie di motivi, come ad esempio quella catarsi da once in a lifetime che il - diabolico, secondo alcuni - sistema di voto elaborato dall'Unione Europea di Radiodiffusione è capace di generare negli spettatori e, ovviamente, la storica imposizione della Kalush Orchestra. Un finale che, in un periodo così delicato, assume una valenza simbolica importantissima, consegnando a 600 milioni di spettatori un messaggio di unione, di solidarietà tra nazioni e tra popoli. Un segnale di fratellanza che è salito potente, potentissimo dal palco del Pala Olimpico di Torino.
L'altra faccia della medaglia è quella di una città plasmata dalle ricadute positive associate all'eccitazione da "grande evento", come accadde nel 2006 in occasione delle Olimpiadi.
A Torino – negli ultimi anni una città un po’ sonnacchiosa – si sta respirando un’aria diversa. Le strade del Centro sono tornate a popolarsi di lingue straniere, gente di tutte le età e, soprattutto, musica. Dai flash mob improvvisati degli idoli locali Eugenio in via di Gioia (con la complicità di Lodo Guenzi de Lo Stato Sociale), ai momenti in cui agli angoli delle strade oltre ai buskers, ormai presenze abituali nella città, si improvvisano concerti anche di gruppi più estesi, come addirittura un’orchestra di ragazze e ragazzi che in piena Via Roma, la via principale dello shopping del lusso, ha iniziato un set con la cover orchestrale di “Grace Kelly”, il più grande successo del presentatore dell’Eurovision Mika.
In breve: per Torino, l’Italia e tutta l’Europa è stato un successo.