“Content is the king”, sosteneva Bill Gates. Ed era solo il 1996, quando ancora il Web era 1.0 e internet era fatto per gli utenti e non dagli utenti. Con il tempo questa espressione è diventata una specie di mantra in grado di descrivere il processo di trasformazione del web e, neanche a dirlo, delle nostre vite.
Se con il Web 1.0 gli utenti hanno conquistato la possibilità di accedere al magico mondo di internet fruendo di ciò che veniva loro fornito in modo totalmente passivo, con il finire degli anni ’90 ha iniziato a prendere forma una nuova idea di rete: il Web 2.0. E così, ognuno poteva accedere a siti, creare le prime community sui forum e usare i primi social network, contribuendo seppur in minima parte a modificare e indirizzare la narrazione e la diffusione dei contenuti. Il Web 2.0 ha aperto le porte alla diffusione di UGC (user generated content) dando maggiore importanza all’utente che è diventato sempre più protagonista, e meno spettatore.
Internet come lo conosciamo oggi, però, sta cambiando. La digital transformation è in atto e il futuro è 3.0. Grazie a un processo di decentralizzazione, quindi, l’utente non avrà solo il ruolo di protagonista ma avrà sempre più il controllo. Controllo su dati, informazioni, processi e creazione di contenuti.
“Content is the king”, quindi, è l’assioma a fondamento di una teoria che ha quasi trent’anni, eppure non è mai stato così attuale.