Adottare le ultime innovazioni in campo tecnologico, digitalizzare quanto più possibile, velocizzare i processi. La parola chiave per le città 2.0 è efficienza. Ma essere una smart city non significa solo palazzi futuristici e crescita economica.
Le città intelligenti vivono anzitutto di sostenibilità e crescono favorendo il benessere di chi ci vive oggi e dei cittadini di domani.
L’architettura urbana, a quanto pare, è pronta a venire in aiuto per far sbocciare nuovi scenari di sostenibilità e innovazione.
Non resta che chiedersi: in che città vorrei vivere?
Digitalizzazione, certo. Innovazione, assolutamente. Ma cos’è davvero una smart city?
L’Unione europea parla chiaro a riguardo e definisce le città del futuro quale una commistione tra tradizione e tecnologia, il cui fine ultimo è quello di soddisfare le esigenze della popolazione e delle imprese, attraverso un migliore utilizzo delle risorse e minori emissioni.
[…] edifici più efficienti sotto il profilo energetico, fonti energetiche rinnovabili integrate, sistemi di riscaldamento e raffreddamento sostenibili, reti di trasporto urbano più intelligenti, un approvvigionamento idrico potenziato e migliori strutture di smaltimento dei rifiuti per affrontare le sfide economiche, sociali e ambientali della città
Direzione generale dell’Energia – Commissione europea
Insomma, una città intelligente non si misura tanto dal numero di tecnologie che integra al suo interno, ma dal modo in cui le utilizza a favore dell’intero tessuto urbano.
Vertical Meadow: non chiamateli cartelloni pubblicitari!
Se ci siamo sempre immaginati la città del futuro grigia, asettica e anche un po' distopica, dunque, dovremo cambiare idea. Diventare smart city passa oggi attraverso una sfida fondamentale: vestirsi… di verde!
Le città devono imparare a ottimizzare le risorse, produrre energia sostenibile, contrastare i rischi ambientali. Non a caso, progetti come il Bosco Verticale di Stefano Boeri a Milano sono esempi di forestazione urbana ormai replicati in tutto il mondo, grazie a cui generare equilibrio tra città e natura.
A sostegno della biodiversità, ora arriva anche Vertical Meadow. Un’iniziativa che vede i cartelloni pubblicitari della città di Londra far crescere fiori e api tra le strade inglesi.
I pannelli seguono l'andamento delle stagioni, cambiando a seconda del tempo, e consentono di piantare 25 specie autoctone in città. Veri e propri “muri verdi” che aiutano a contrastare l'inquinamento atmosferico, ad abbassare le temperature, offrono isolamento acustico e riportano un angolo di natura negli spazi urbani.
Ma questo è solo uno dei più recenti esempi di creatività ambientale. Negli scorsi anni, infatti, abbiamo visto pensiline dei mezzi pubblici fiorire a Utrecht a sostegno del benessere di api e insetti. E perfino giardini a spasso per la città sui tetti dei bus, come a Madrid.
Progetti come questo hanno tutti un obiettivo in comune: rendere le città a misura di cittadino.
Mettere al centro la persona significa comprendere le esigenze di ciascuno e far sì che i centri urbani risultino non solo più attrattivi, ma più vivibili in termini di opportunità, qualità di vita e sicurezza.
Promuovere gli spostamenti lenti, l’utilizzo della bici, la famosa “città dei 15 minuti” fa bene all’ambiente sì, ma anche a chi più spesso si sposta a piedi e ha necessità che i principali punti di interesse si trovino in prossimità dei centri abitati.
Per non parlare di inquinamento: una città pensata un po' più per le persone (e un po' meno per le auto), può concretamente cambiare la qualità dell’aria che respiriamo e contribuire alla riduzione delle emissioni.
Ed ecco che diventa possibile immaginare davvero come sarà la città del futuro perché, di questo passo, potrà diventare il luogo in cui tutti desideriamo vivere.